Mutande  e cameriere

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Diario Brasile settimo giorno La cameriera dell'albergo se la...

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Diario Brasile settimo giorno
La cameriera dell'albergo se la rideva nel momento in cui mi sono infilato una mano dentro i pantaloni per farle vedere le mutande. No, nulla di osceno, ci mancherebbe. Volevo solo sapere come si chiamavano, le mutande appunto, in portoghese per poterle indicare facilmente nel modulo per la lavanderia che mi aveva appena portato in camera. Alla voce "mutande" dovevo scrivere il numero di pezzi da lavare. Ma il nome sul foglio era ovviamente in portoghese e non c'era scritto certo "mutandero", altrimenti sarebbe stato facile capirlo anche per il sottoscritto. Quindi come potevo uscirne? Se già già veniva da ridere a me quando le ho mostrato i calzini, figuriamoci lei quando ho infilato in maniera maldestra la mano nei pantaloni. Anzi che ha riso, in genere scappano. Quando le ho indicato i calzini, ho pensato subito: caro Alessandro, adesso vediamo cosa sai fare per farti dire come si dice mutande in portoghese. Una scena fantozziana. Comunque me le cerco tutte io. Non potevo prendere un paio di boxer dalla valigia e magari evitare di essere scambiato per un maniaco? Ma purtroppo io faccio figure barbine da quando sono nato e continuerò imperterrito. La giornata scorre sotto il diluvio. Tropicale, sottolineano. Sì, ma sempre acqua è e se non hai l'ombrello ti bagni lo stesso. Un tropicale uomo bagnato. E io ne ho presa, pure tanta, di acqua, perché il nostro driver, il mitico Flavio, aveva praticamente parcheggiato il pullmino lontano dal campo di allenamento degli azzurri e non c'era verso di fargli capire che eravamo zuppi. 
Oggi ho scoperto l'ebrezza della bulimia da Twitter. L'indicazione dal giornale, prima della partenza per il Brasile, era: postate foto o scrivete dei Tweet dal ritiro della Nazionale, dagli allenamenti, delle conferenze, cose curiose, insomma. Usando però, l'account del Messaggero sport. Ovviamente non funzionava (o non sono stato capace io, non lo escludo, Ugo miracolosamente c'è riuscito, mah) e ho dovuto usare il mio, che in genere gestisco in maniera passiva, importunando raramente il prossimo con cose inutili, "tipo mi sono svegliato" o "sto facendo colazione" etc etc. E' successo ciò che non volevo o preferivo evitare: quando posto foto e Tweet vari mi arrivavano puntualmente risposte, commenti, ritwit e roba del genere e magari qualcuno, a un tweet con foto tipo, "ecco l'inizio della conferenza stampa...", ha sì evitato risposte, ma avrà sicuramente pensato: "e sti ca...". Ecco, non lo volevo proprio.   
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Il Messaggero