Millennials? Baby Boomers? Meglio essere "Perennials"

Millennials? Baby Boomers? Meglio essere "Perennials"
Baby Boomers, Generation X, Millennials. Accanto a queste generazioni, ne viene riconosciuta un’altra, nuova, in cui tutti possono identificarsi, che abbiano 18 o 80 anni....

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Baby Boomers, Generation X, Millennials. Accanto a queste generazioni, ne viene riconosciuta un’altra, nuova, in cui tutti possono identificarsi, che abbiano 18 o 80 anni. Sono i “perennials”, quelli che a qualsiasi età “siano rilevanti, in fiore, seguano quel che avviene nel mondo, siano al corrente sulle nuove tecnologie, abbiano amici di tutte le età, siano curiosi e compassionevoli e aiutino gli altri, abbiano una visione globale del mondo e fiducia in se stessi”.


Perennials sono Lady Gaga e Bob Dylan, Michelle Obama e Elon Musk, Malala e Lawrence Ferlinghetti, Chance the Rapper e Justin Trudeau . Sono una “generazione” unita non dai calcoli demografici, ma dalla “psicografia”. L’ha ideata Gina Pell una imprenditrice tecnologica, che ha constatato come il nuovo mondo online non raggruppi le persone sulla base della loro età, ma sulla base dei loro gusti e acquisti: Amazon o Netflix ad esempio, non suggeriscono ai propri clienti dei titoli calcolando quanti anni hanno, ma cosa amano guardare.

E’ arrivato il momento di “definire le categorie sulla base di valori e passioni comuni, e di sganciarsi dalle false e antiquate costruzioni basate su un sistema di classificazione legata all’età” spiega Gina Pell.

Gli stereotipi generazionali vengono ignorati a favore dei dati comportamentistici. Un 16enne può essere infatti più “perennial” di un 40enne, un 80enne può esserlo più di un 20enne. L’età come elemento di definizione diventa secondaria, se non inutile.

Secondo Pell, abbracciare questa nuova definizione ci renderà anche più tolleranti, più liberi.

Ci credete? Una “generazione trasversale” che ci unisca sulla base del comune sentire. In teoria mi sembra una bella idea. Nella pratica, mi sembra che a identificarla e usarla finora ci siano riusciti solo i giganti del commercio e della comunicazione on-line.

 

 

 

 

 

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Il Messaggero