Messico, Mercedes fa il ribaltone: pole a Bottas davanti ad Hamilton. Le Red Bull scattano in seconda fila

Lewis Hamilton e Valtteri Bottas
Come al solito, ecco la sorpresa che infiamma lo spettacolo. La Mercedes, che appariva con le spalle al muro, pronta ad ammainare il vessillo di campione del mondo, si acchiappa...

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Come al solito, ecco la sorpresa che infiamma lo spettacolo. La Mercedes, che appariva con le spalle al muro, pronta ad ammainare il vessillo di campione del mondo, si acchiappa tutta la prima fila del Gran Premio del Messico: primo Bottas, secondo Hamilton. Le Frecce Nere hanno certamente sfruttato le modifiche fatte all’assetto all’ultimo secondo, ma hanno ricevuto una buona mano dalla pista completamente cambiata perché più gommata. La Red Bull, che era ultra favorita, si deve accontentare della seconda fila. Un po’ deludenti le Ferrari, con Sainz sesto e Leclerc ottavo. Nella sfida finale ci sono due piloti che non sono interessati al tempo, perché sono entrambi penalizzati. Norris e Tsunoda hanno esclusivamente il compito di tirare i compagni di squadra, Ricciardo e Gasly. In Q2, quasi tutti con le gomme gialle più dure da utilizzare in partenza oggi, la Mercedes ha ritrovato il filo e il Re Nero precedeva di pochi millesimi l’olandese volante. Ad entrare in Q3 dieci piloti con cinque sole macchine: Red Bull, Mercedes, Ferrari, McLaren e Alphatauri con Tsunoda incredibilmente terzo in grado di mettersi alle spalle Bottas. L’aria di “montagna” fa bene a Sergio Perez. Soprattutto gli dà la carica l’atmosfera di casa. L’unico pilota messicano del Campionato sente la spinta dei tifosi sull’alettone e, forse per la prima volta, è a fiaco al compagno. Dopo le libere “tre” la situazione sembrava molto chiara.

Le Red Bull velocissime rifilano oltre mezzo secondo alle Mercedes e super Max che stranamente fa da valletto all’idolo locale dando l’impressione che il vantaggio della monoposto motorizzata Honda sia ancora più consistente. Un’enormità. Lo aveva detto il guru dei bibitari Helmut Marko che il tracciato centroamericano era amico del team austriaco dove Verstappen è andato sempre forte, mentre le Stelle di Stoccarda hanno sempre un po’ patito l’aria rarefatta avendo una turbina più piccola di quella dei motoristi giapponesi. In realtà, in un finale di stagione ad alta tensione, in cui non sono più previsti sviluppi aerodinamici perché tutti gli ingegneri ed il budget sono concentrati sulle auto 2022, la Mercedes ha lavorato soprattutto sul motore.

E anche a Città del Messico l’unita di potenza tedesca è sembrata spingere assai, garantendo delle velocità massime molto elevate prima delle staccate. Gli austriaci, invece, dominano in curva grazie ad un assetto “picchiato” che i ragazzi Newey mettono a punto in modo perfetto. I meccanici da sette anni campioni del mondo hanno freneticamente lavorato fino alle qualifiche, sperando di tirare fuori dal cilindro il coniglio giusto ed invertire un trend apparso imbarazzante. Uno sforzo che ha pagato. Questa sera Norris, Stroll, Ocon e Tsunoda partiranno dal fondo dello schieramento per aver sostituito la power unit, mentre George Russel con la Williams sarà penalizzato di 5 posizioni per aver adottato una nuova la scatola del cambio.

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Il Messaggero