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ROMA Tra Conte e Renzi la partita della verifica è per ora ferma sull’uno a uno. La cabina di regia non c’è più e rientra quindi anche la minaccia di crisi di governo. Ma non sembra proprio finita qui anche perché si è visto in questi giorni che Renzi ed Italia Viva sono il braccio armato di una cospicua parte di Paese e un altrettanto vasto numero di forze politiche (Pd compreso) scettiche sulla capacità dell’attuale governo di utilizzare in maniera produttive e non clientelare o sprecona le risorse del Next Generation Ue.
La pioggia di bonus che si sta abbattendo sul Paese con la manovra di Bilancio, dai rubinetti ai wc, dagli occhiali ai cargo-bici, non incoraggia l’ottimismo e dà voce a coloro che accusano il governo di mancare di una visione sul futuro del Paese.
Ma lo scontro vero nella maggioranza deve ancora avvenire e si chiama Mes. Sull’attivazione del meccanismo europeo di stabilità- che dovrebbe servire per finanziare la spesa sanitaria - si misurerà il tasso di europeismo della maggioranza e il rapporto di Conte con Bruxelles. Il governo rosso-giallo, nato per archiviare la stagione anti-Ue del nostro Paese, sarà chiamato in primavera ad un test che potrebbe risultare decisivo anche per il Pd che sinora si è nascosto dietro Italia Viva sia nello scontento sia quando ha dovuto trovare argomenti per ritenere non opportuno il rischio di una crisi di governo.
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