La lezione spagnola

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A Cernobbio e'interessante ascoltare i molti italiani che, tradizionalmente, partecipano al forum Ambrosetti, ma e'soprattutto utile stare a sentire gli altri, gli europei. Ulrich Grillo, il tedesco, smentisce il luogo comune dei tedeschi humour less: "Grazie per avermi invitato nonostante il mio cognome" esordisce, seduto accanto ad Enrico Letta e scherzando sull'ominimia col piu' noto leader del Movimento 5 stelle. Ma e' la lezione spagnola a sembrare particolarmente interessante. Qualcuno ricordera' il titolo di un saggio pubblicato dal Mulino nel 2003. Era firmato dal sociologo Victor Perez Diaz, con un'introduzione dell'economista italiano Michele Salvati. Teorizzava il modello spagnolo come esempio di transizione politica perfettamente riuscita, dal franchismo alla democrazia, mentre in Italia, dopo Mani Pulite, la transizione stentava a concludersi. Anni dopo, quando la Spagna e'andata in crisi, molti, in Italia, hanno ironizzato su quel saggio del Mulino. La lezione spagnola? Ma va, Guardate che fine ha fatto la Spagna. Ma adesso ci risiamo. Quando interviene Luis deGuindos, ministro dell economia nel governo spagnolo, tutti pensano a come stava messa la Spagna, due anni fa. E a come sta ora. Ha fatto piu'riforme dell'Italia, si constata al workshop Ambrosetti. Luis DeGuindos esordisce per l'appunto ricordando il dramma spagnolo di due anni fa. Ma subito atterra sulla situazione attuale:"Dopo dodici mesi l'economia e'in ripresa, abbiamo ricominciato a dare lavoro e la percezione positiva di quel che sta facendo la Spagna e'uno dei fattori di ottimismo che si registrano nell'Unione europea". Non dice "uno dei pochi" ma si intuisce che lo pensa. "Due anni fa eravamo incerti su tutto - continua il ministro spagnolo - Ricordo le parole di Mario Draghi: Faremo tutto quello che potremo, e credetemi sara' abbastanza". Quelle parole, spiega DeGuindos, sono state vitali per il suo paese. La Spagna ha saputo approfittarne. "E'stata la certezza che l'euro non sarebbe stato messo in discussione". Da li sono ripartiti. Il ministro racconta come. "Prima di tutto abbiamo fatto una radicale riforma del lavoro. Abbiamo aumentato la flessibilita'. Secondo: siamo intervenuti sulle banche. In Spagna c'era grande incertezza sul settore, Mario Monti e Vittorio Grilli ne erano a conoscenza. La svolta e'stata esigere trasparenza. aprire i libri delle nostre banche. E'stato piu' importante che iniettare denaro nelle loro casse. Le reazioni dei mercati sono state positive, hanno visto che alle parole seguivano i fatti. Gli investitori hanno capito che eravamo capaci di diversificare il nostro export, che stavamo cambiando davvero. Tra il 2013 e il 2014 gli effetti hanno cominciato a vedersi. Oggi i consumi e gli investimenti stanno crescendo". Come mai i consumi spagnolo crescono, sia pure lentamente, mentre nel resto d'Europa sono fermi?si interroga il ministro dell'Economia di Spagna. E si risponde; "In teoria le riforme strutturali portano alla crescita, ma c'e'un elemento in piu': le riforme strutturali migliorano gli effetti delle misure fiscali. Ecco perche" la domanda interna in Spagna aumenta anche se in Europa c'e' stasi". Luis deGuindos e'al termine del suo intervento e l'orgoglio spagnolo lo induce a un finale scontato e amaro per noi italiani;"La Spagna non e piu' il bambino malato dell'economia europea". Gia'.
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Il Messaggero