La Francia in guerra contro la depressione

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L'optmisme peut-il etre francaise? s'interroga Laurence...

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L'optmisme peut-il etre francaise? s'interroga Laurence Follea nell'editoriale del mensile Psychologies. Nouvel Observateur dedica la copertina (e un'inchiesta di parecchie pagine) all'infelicità da lavoro "Come non farsi bruciare dallo stress" è il titolo che campeggia sulla foto di un uomo chiaramente sull'orlo di una crisi di nervi. Anche il settimanale Le Point sceglie un argomento assai simile per la copertina: "25 ricette per essere felici (perfino sotto Francois Hollande). Nel sommario alcune preziose anticipazioni, non proprio di stretta attualità, su "Come DeGaulle ha vinto le sue depressioni". Può sempre tornare utile, però. La Francia è in guerra e, come insegnano i manuali di settore, da Sun Tzu a von Clausewitz, nessun'arma va trascurata. Le istituzioni sono in lotta contro la depressione e l'infelicità che pare stiano contaminando i francesi di ogni eà e ceto sociale. Giornali, Tv, pubblicità, si fanno interpreti con generoso slancio dei suggerimenti discretamente insufflati dal Palazzo. Niente è lasciato al caso, il bombardamento di ottimismo, l'istigazione a recuperare quella che nell'editoriale di Psichologie si evoca "come la fierezza del French pride" vi insegue ovunque. Anche al cinema? Anche. Venerdi pomeriggio, per esempio, entro al Ugc Danton di boulevard saint Germain per distrarmi con una commedia. Prima dell'inizio del film, un lungo spot apparentemente dedicato a Tf1, il canale tv, cerca di convincermi che si deve assolutamente tornare alla benedetta fierezza francese. Lo spot è didascalico, utilizza la tecnica dell'affermazione attraverso la negazione. Vale a dire: una serie di luoghi comuni negativi, smentiti da immagini che, come si dice, parlano da sole. La voce fuori campo, calda, simpatica, maschile scandisce :"Dicono che i francesi sono perdenti" e intanto passa l'immagine della Nazionale di calcio francese mentre celebra una vittoria. "Dicono che i francesi sono razzisti" e si vede un letto matrimoniale: sotto il lenzuolo spuntano i piedi di lei, neri, e di lui, bianchi. "Dicono che i francesi non credono nel futuro" ed ecco l'immagine di un irresistibile bebe". Il finale coincide con le ultime righe dell'editoriale di Psychologie: un elenco di buone ragioni per cui i francesi dovrebbero smetterla di essere depressi e recuperare la loro proverbiale fierezza. "Si tratta di prendere coscienza delle nostre forze, di ricordarci di essere portatori di speranza: il record di nascite in Francia, l'aspettativa di vivere a lungo in buona salute, la ricchezza del tessuto..." scrive Laurence Follea e l'invito coincide con lo spirito dello spot di Tf1, con l'inchiesta di Le Point, con i consigli di Nouvel Observateur. "I francesi, in questo momento, sono il popolo più depresso al mondo - conferma il sociologo Marc Lazar, docente a Sciences Po - Il solo dato in controtendenza è il buon andamento delle nascite". Dirigiste per tradizione e convinzione, abituate ad accompagnare lo spot sul gelato al cioccolato con l'invito (in sovrimpressione al cinema) a consumare più frutta e verdura, le istituzioni francesi sembrano profondamente preoccupate per il dilagare della depressione, I media danno, come si è visto, una mano, ma la campagna è appena cominciata e non tutto e tutti sono allineati e coperti. Non tutti i film, per esempio, hanno fatto in tempo ad adeguarsi. Questa settimana, per dire, è uscito "Dans la cour", il film di Pierre Salvadori con Catherine Deneuve ambientato in un condominio parigino dove, appunto, sono tutti depressi. Qualcuno si cura sniffando (o anche peggio) mentre la Deneuve, in pensione, rischia di finire in clinica psichiatrica. Nonostante lo spot di Tf1 sulla necessità di tornare ottimisti, dal cinema sono uscita più depressa di come ero entrata.
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Il Messaggero