L'orso di The Revenant interviene sul New Yorker: «Anche io meritavo l'Oscar»

L'orso e DiCaprio
La rivista New Yorker è nota per i suoi contributi “alti”, che siano articoli, racconti o reportage, di grandi scrittori. Ma mai aveva accolto, tra le proprie...

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La rivista New Yorker è nota per i suoi contributi “alti”, che siano articoli, racconti o reportage, di grandi scrittori. Ma mai aveva accolto, tra le proprie “firme”, un animale delle foreste. Per l’orso di “The Revenant” ha fatto un’eccezione.


Scrive Ralph Jones - nella vita reale è tutt’altro che un plantigrado peloso, a Londra fa il commediografo e il giornalista a tempo perso, i suoi sketch comici sono richiestissimi  - che quando Alejandro lo ha contattato la prima volta per questa comparsata, era eccitatissimo. “Non devo certo ricordarvi che il numero di buone parti per orsi a Hollywood sono purtroppo pochissime, è  quasi altrettanto dura per le attrici che hanno sorpassato i quaranta”. Fatto sta che l’offerta era proprio una di quelle che non si possono rifiutare: “una presenza garantita nel trailer, primi piani, qualche battuta da dire davanti alla telecamera”. Insomma, l’orso non ha avuto ripensamenti e ha firmato, a suo modo, il contratto, afferrando con le zampe il foglio e (da buon animale delle foreste che ama marcare il territorio) “urinandoci abbondantemente sopra”.

L’orso-Jones prosegue ricordando che era già amico del buon Iñárritu, con il quale aveva condiviso i burritos in più di una occasione, per non parlare del fatto che il regista - sostiene - era stato il padrino di uno dei suoi cuccioli - tre dei quali “recitano un cameo” nel film, sia pure senza dire una battuta. E poi racconta qualche aneddoto sulle riprese. Effetti speciali? Macché. Le condizioni erano davvero glaciali. Stare seduti significava “vedere apparire ghiaccioli sul naso” e sentire mancare la sensibilità alle zampe. A un certo punto, quando il regista insisteva per girare solo quando faceva fredissimo, l’orso ricorda di averlo sollevato di peso e gettato in un lago. Per poco, questa intemperanza non gli è costata il posto.
L’orso-jones non ha voluto prendere parte ai junket, alle interviste collettive in giro per il mondo, per paura di perdere le staffe. Riconosce la “straordinaria interpretazione” di Leonardo DiCaprio. Ma chiede sostegno sui social media. Perché anche lui un Oscar l’avrebbe sicuramente meritato.

 
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Il Messaggero