Insieme Sofia e Alice, a Cannes il passato s'intreccia con il presente

Insieme Sofia e Alice, a Cannes il passato s'intreccia con il presente
Partendo da Cannes, mi porto via un’immagine per tutte: Sofia Loren...

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Partendo da Cannes, mi porto via un’immagine per tutte: Sofia Loren e Alice Rohwacher abbracciate sullo stesso palco, il mito del cinema che premia la promessa, ottant’anni contro trentadue, il passato glorioso e il futuro pieno di speranza. E’ un’immagine efficace per sintetizzare lo spirito di questo Festival, che seguo ininterrottamente (senza mai annoiarmi!) dal remoto 1981. Grazie alla passione e al fiuto infallibile di Gilles Jacob che ha appena lasciato la carica di presidente dopo 38 anni sulla Croisette, Cannes ha scoperto decine di talenti: Spielberg, Soderbergh, Von Trier, lo stesso Tarantino, Jane Campion, Nanni Moretti, Benigni, Coen, Kieslowski. Sono sbarcati al Festival da sconosciuti e sono ripartiti da maestri, spesso con la Palma d’oro in tasca, a volte (è il caso di Benigni) incamminati verso l’Oscar. Ma, nonostante il piacere della scoperta, Cannes non ha mai dimenticato i grandi del passato di cui ogni anno vengono celebrati i capolavori. Quest’anno l’omaggio è toccato a Sergio Leone, il padre del western all’italiana, uno dei più grandi registi che abbiamo mai avuto.  E non a caso a celebrarlo è stato Tarantino, idolo del presente. Al Festival c’è anche una sezione, chiamata “Classics”, che ospita ogni anno i vecchi film restaurati. Vi assicuro che alle proiezioni c’è sempre la coda. Credo che la filosofia di Cannes sia estendibile a tutti gli altri settori della vita umana. Datemi una bacchettata se rischio la retorica, ma sono fermamente convinta che senza la consapevolezza del passato non si può costruire il futuro. Specialmente oggi, nell’epoca della comunicazione in tempo reale, della connessione forsennata, della presunzione diffusa, dei miti usa-e-getta. Senza Sofia, non ci sarebbe Alice. Se Alice ignora cosa rappresenta Sofia, non andrà molto lontano.  Si chiama cultura? Si chiama coscienza? Fate voi. L’immagine delle due signore, divise da cinquant’anni ma unite dal filo rosso del cinema, mi mette di buon umore. Vorrei sapere se fa lo stesso effetto anche a voi.
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Il Messaggero