Il trionfo di Zalone nell'Italia che vuole dimenticare e sognare

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Tutti pazzi per Zalone. Il nuovo film del comico pugliese, “Sole a...

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Tutti pazzi per Zalone. Il nuovo film del comico pugliese, “Sole a catinelle”, ha polverizzato ogni record: in appena tre giorni ha incassato dodici milioni e mezzo di euro. Il successo era ampiamente previsto, dati i 45 milioni realizzati da “Che bella giornata”, ma un risultato così clamoroso supera le più rosee prospettive di produttori, distributori, esercenti.E io mi domando, insieme con voi, cos’ha questo comico di provincia dalla faccia mite, jazzista mancato e padre di famiglia, per incantare milioni di italiani. C’è da dire innanzitutto che “Sole a catinelle” è una commedia molto divertente sulle peripezie di un venditore di aspirapolvere che per caso, portando in vacanza il suo bambino, entra nel mondo dorato dei ricchi, spacciandosi per un guru dell’alta finanza con tutti gli equivoci, i colpi di scena, le situazioni paradossali che ne derivano. Dietro il successo del film c’è la semplicità: battute fulminanti, gag a raffica fornite da Zalone con la sua faccia impunita e ingenua allo stesso tempo, la storia non stucchevole di un padre e di un figlio, l’Italia berlusconiana della ricchezza, del lusso e del successo a tutti i costi.Ma non solo. Zalone prende in giro con gioiosa spietatezza il cinema impegnato, i tic e le mode dei radical chic, e soprattutto lancia un messaggio ottimista: l’Italia in crisi ce la farà, si riprenderà da ogni affanno e tutti vissero felici e contenti, viva la famiglia.Io credo che il segreto degli incassi stratosferici, peraltro destinati a salire, di Checco Zalone sia proprio questo: un Paese strangolato dall’incertezza in ogni settore, deluso dalla politica, prostrato dalla crisi economica ha voglia di dimenticare, distrarsi e di illudersi, almeno per due ore, che il sole tornerà a risplendere.Nel comico che non si è mai montato la testa, preferendo la natia Capurso ai fasti di Roma o Milano, e che non ti butta in faccia la sua intelligenza (ma Checco ne ha da vendere) ciascuno può riconoscersi facilmente. E voi avete visto il fim? Che ne pensate?
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Il Messaggero