Il catasto fermo e quello che va avanti

Il catasto fermo e quello che va avanti
La parola "catasto" è  spesso usata come condensato semantico di vari aspetti negativi della pubblica amministrazione: può evocare pratiche lunghe e inconcludenti, errori,...

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La parola "catasto" è  spesso usata come condensato semantico di vari aspetti negativi della pubblica amministrazione: può evocare pratiche lunghe e inconcludenti, errori, adempimenti complicati. In Italia la normativa in materia risale fondamentalmente al 1939, cioè ad un'altra epoca storica. Di riformarla si parla da anni, ma il testo definito in attuazione della legge delega sul fisco (basato su alcuni principi come l'ancoraggio delle rendite ai valori di mercato e il passaggio dai vani ai metri quadrati quali unità di misura) è stato recentemente bloccato dal governo perché il presidente del Consiglio temeva che nonostante i propositi contrari potesse portare ad un inasprimento del prelievo.


La preoccupazione di evitare un aggravio per i contribuenti è corretta e comprensibilissima, ma ci si potrebbe domandare se non fosse possibile tenerne conto fin dall'inizio: si tratta di calibrare le aliquote dei vari tributi in modo che - applicate ai nuovi valori catastali - producano un gettito invariato almeno a livello complessivo e dunque, idealmente, una redistribuzione del carico verso una maggiore equità; se non addirittura, conti pubblici permettendo, una riduzione generale. Ora il problema è capire quanto sarà lunga questa fase di stallo perché di riformare il catasto ci sarebbe davvero bisogno.


Per fortuna non tutto è fermo: qualcosa si muove almeno sul piano del rapporto con il cittadino, grazie all'evoluzione tecnologica. Oggi è possibile - invece che andare in un ufficio e fare la fila - recuperare i principali docimenti catastali dal proprio pc accedendo ai "Servizi catastali e ipotecari" sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Per ottenere in formato stampabile visure, planimetrie e trascrizioni è sufficiente disporre delle credenziali dell'Agenzia, le stesse da usare per il 730 precompilato. C'è pure una funzione per correggere gli errori conosciuti o riscontrati. Insomma, una piccola riforma (anche delle abitudini) che ognuno può fare da sé.
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Il Messaggero