La parola "catasto" è spesso usata come condensato semantico di vari aspetti negativi della pubblica amministrazione: può evocare pratiche lunghe e inconcludenti, errori,...
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La preoccupazione di evitare un aggravio per i contribuenti è corretta e comprensibilissima, ma ci si potrebbe domandare se non fosse possibile tenerne conto fin dall'inizio: si tratta di calibrare le aliquote dei vari tributi in modo che - applicate ai nuovi valori catastali - producano un gettito invariato almeno a livello complessivo e dunque, idealmente, una redistribuzione del carico verso una maggiore equità; se non addirittura, conti pubblici permettendo, una riduzione generale. Ora il problema è capire quanto sarà lunga questa fase di stallo perché di riformare il catasto ci sarebbe davvero bisogno.
Per fortuna non tutto è fermo: qualcosa si muove almeno sul piano del rapporto con il cittadino, grazie all'evoluzione tecnologica. Oggi è possibile - invece che andare in un ufficio e fare la fila - recuperare i principali docimenti catastali dal proprio pc accedendo ai "Servizi catastali e ipotecari" sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Per ottenere in formato stampabile visure, planimetrie e trascrizioni è sufficiente disporre delle credenziali dell'Agenzia, le stesse da usare per il 730 precompilato. C'è pure una funzione per correggere gli errori conosciuti o riscontrati. Insomma, una piccola riforma (anche delle abitudini) che ognuno può fare da sé.
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Il Messaggero