Il Brasile, nella vita c'è di peggio (spero)

Il Brasile, nella vita c'è di peggio (spero)
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Per chi avesse voglia di leggerlo, questo è una specie di diario di viaggio: io e il Brasile, io e il Mondiale, io e le mille cose inutili (extra lavoro) che farò, dirò e ascolterò in questo soggiorno brasiliano.
Partenza il 4 giugno, la sera. Un saluto ai bimbi e alla mogliecome se andassi a difendere la bandiera (qualcuno me l'ha anche detto, "aho, mica stai annà in guerra"). Ma io sono fatto così (male), le partenze le ho sempre detestate, mi sanno di abbandono, di malinconia, meglio gli arrivi, specie se a casa. Però dai, il Mondiale è una bella avventura, fatti coraggio Alessà: la bandiera non la devi difendere, la devi guardare, gioire, soprattutto raccontare. Poi in Brasile ci sono arrivato, con un'ora e mezzo di ritardo rispetto al previsto, ma ci sono arrivato. Guasti tecnici al volo, ci hanno detto. Un aereo che doveva partire alle 21.45 da Fiumicino ha lasciato terra alle 23.30. Guasti tecnici, capirai. Uno come me l'ha presa benissimo. Ho perso la testa in un secondo, subito pensando a quale guasto tecnico avrebbe fatto cadere quell'aereo con me a bordo. Invece a parte la mia insonnia da stress è andato tutto liscio. Filmino, cena (vabbè, cena...), intervalli di pennichelle, l'invidia per chi si è addormentato al decollo e si è svegliato con il rumore del carrello che preparava l'atterraggio, poi per tutti l'arrivo a Rio de Janeiro. Mattina presto, saranno state le 6. Il bagaglio? Sicuramente s'è perso, la mia testa ha detto questo, con il solito ottimismo. Invece non s'era perso un bel niente, però è arrivato quasi per ultimo. L'importante è che sia arrivato. Prova telefono internazionale, qualche chiamata, messaggi: sono vivo e sono qui, cantava qualcuno. Esco dall'aeroporto, un signore addetto al mio trasferimento con il mio nome scritto sul cartello: ALESSANDRO ANGELONE. Te pareva, Angelone. IO SONO ANGELONI, cominciamo bene. L'albergo è carino, confortevole, nessuno spiccica una parola di italiano. Mi arrangerò. Non capisco se ho sonno, se devo dormire, se ho fame e a che ora devo pranzare. Ho un po' tutto, siamo solo all'inizio, domani arriva la Nazionale. La semi solitudine e questo eterno stato di abbandono non avrà quasi più tempo di esistere. Bisognerà inseguire Balotelli, capire se ha twittato, quanto ha mangiato, se ha dormito, se vuole bene a Cassano etc etc. Questo è.   
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Il Messaggero