Nella calura del Montmelò gli altri arrancano, lui passeggia. Il Re Nero ha sempre più la Formula 1 ai suoi piedi e la sua Freccia Nera gli permette di scrivere...
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La sua classe e il suo talento fuori dal comune, assecondati da una Stella perfetta, lo costringono ormai a confrontarsi solo con se stesso e con la valanga di primati che continua a demolire. Sabato ha firmato la sua pole numero 92 (chiaramente mai nessuno ha fatto qualcosa di simile), la centesima per la Mercedes nell’era ibrida, la duecentesima per un propulsore di Stoccarda. In gara la sua superiorità è stata disarmante, ancora più che nelle qualifiche. La sua quinta vittoria a Barcellona (anche qui ha eguagliato il grande Michael) non è mai stata in discussione.
Lewis ha ammazzato il Gran Premio quando si è spento il semaforo, ma ha dato l’impressione che, se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe potuto dare di più. Alla fine gli hanno fatto compagnia sul podio Vestappen e Bottas, gli unici due rivali che hanno evitato l’onta del doppiaggio. Il fatto che Max nelle ultime quattro gare sia sempre arrivato davanti a Valtteri (2° il peggior risultato), rende ancora più scontato l’esito in quanto è evidente che la sola speranza di mettere in difficoltà Hamilton sarebbe piazzare un altro fenomeno al volante della Mercedes (Verstappen o Leclerc).
Ora Lewis è a 132, Max a 95 e i giochi sembrano fatti. Nel Costruttori la corazzata tedesca è a 221, la Ferrari quinta appena a 61. La squadra diretta da Toto Wolff non sembra preoccuparsi di nulla, nel weekend ha parlato il capo accogliendo con un sorriso i dossier che potrebbero sembrare problemi per il suo team. Non lo preoccupa certo il ricorso contro la Racing Point e ha detto che anche per il nuovo Patto della Concordia è tutto a posto. Non sono un ostacolo neanche il divieto di usare il pulsante magico nelle qualifiche e il rapporto con le Pirelli che era sembrato in crisi a Silverstone.
Gli ingegneri hanno capito il motivo e ieri le vetture tedesche hanno passeggiato sull’asfalto infuocato catalano (50°). Le Frecce sono andate più “lunghe” di altri avendo sempre le gomme in perfetta efficienza tanto che nel finale i piloti si sono strappati più volte il giro veloce quando anche Vestappen aveva alzato il ritmo. Per la Ferrari un’altra giornata da dimenticare con Vettel 7° al traguardo solo per aver azzardato di fare una sosta sola. La SF1000 di Leclerc si è addirittura fermata mentre era in lotta per le posizioni centrali del gruppo, con vetture con poca tradizione alle spalle. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero