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Per Maranello un weekend “drammatico”, con un doppio zero in pagella. I “voti” contano, sono fondamentali per il Campionato dove la Scuderia è precipitata sempre più in quarta posizione, essendo l’unica fra le prime a restare a bocca asciutta. In questo inizio di stagione alquanto fluido sono emerse solo due certezze. Da una parte, la netta superiorità della Red Bull e dei suoi piloti che viaggiano quasi a punteggio pieno. Dall’altra, lo scatto sbiadito del Cavallino neanche paragonabile a quello della SF-75 dello scorso anno. Il resto è tutto da interpretare. Con l’Aston Martin che è riuscita a salire tre volte sul podio con Alonso e la Mercedes in deciso recupero dopo aver prenotato il rottamatore per la sua povera W14 che ieri è arrivata a poca distanza dalla RB dell’olandese.
La quinta forza, almeno come performance, è l’Alpine che quest’anno suona la marsigliese: a parte il patatrac in Australia, dove i galletti Gasly ed Ocon si sono abbracciati con una stretta fratricida a quasi 300 all’ora, sul passo a Melbourne i transalpini hanno dimostrato in gara di tenere il ritmo degli altri, decisamente meglio della McLaren.
La nota un po’ dolente sono stati i piloti, entrambi insufficienti e poco capaci di tenersi lontano dai guai. Per carità, le attenuanti ci sono tutte. Quando guidi una Ferrari ed i target sfumano via, la pressione diventa pesante. Ma sarà un caso che Hamilton e Russell o Verstappen e Perez tengano molto di più a non accartocciare le loro carrozzerie? Ieri, accogliendo tutte le giustificazioni che i driver hanno sempre da dare, è evidente che la disfatta è nata dai contatti con i rivali se non da “errori di guida”. Sembra poco, ma i conti sarebbero potuti essere diversi e si poteva sperare anche in un podio. Charles, all’inizio, ha centrato Stroll dicendo che è stato un «contatto di gara». Stessa giustificazione per Carlos che certamente non voleva colpite l’amico e connazionale Fernando. Fred fa il suo e difende i propri piloti. Cos’altro dovrebbe fare?
«Abbiamo migliorato, ma non è quello che vogliamo. Il consuntivo, poi, è da dimenticare. A volte la FIA applica due pesi e due misure: a Jeddah si sono presi diverse ore per ridare il podio ad Alonso, a Melbourne averebbero potuto aspettare pochi minuti ed ascoltare il parere dei piloti...». Il passo sulla distanza, invece, è notevolmente migliorato e questo fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il team che aveva iniziato a pensare ad un «concetto sbagliato». Leclerc non ha potuto far vedere la sua andatura dopo essere finito dietro al compagno in qualifica. A freddo, come al solito, ha cambiato idea, ritirando le ingiustificate accuse velate al compagno. «Ci siamo chiariti, è stata solo un’incomprensione...». Carlos, invece, ha fatto una gagliarda rimonta e tenuto un ritmo molto consistente. Ha superato l’Alpine di Gasly e l’Aston Martin di Stroll e i suoi tempi erano su quelli di Alonso ed Hamilton. Max stava facendo un’altra corsa, ma anche lui non era così davanti come in Bahrain e in Arabia.
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