Ferrari, in crisi anche Vettel: con l'autoscontro non si va lontano

Ferrari, in crisi anche Vettel: con l'autoscontro non si va lontano
La SF16-H è stata una delusione ma, in quest’annata da incubo, la fortuna certo non ha aiutato. Quando tutto gira storto anche le certezze vanno in fumo. E a Sepang,...

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La SF16-H è stata una delusione ma, in quest’annata da incubo, la fortuna certo non ha aiutato. Quando tutto gira storto anche le certezze vanno in fumo. E a Sepang, ancora una volta, Sebastian Vettel non ha dato il suo tocco premium all’armata di Maranello, mettendo in campo la guida di un quattro volte campione del mondo. Come in più occasioni era accaduto nel corso del 2016, il tedesco è scattato con i nervi a fior di pelle e ha concluso la sua galoppata all’ingresso della prima curva, con la sospensione anteriore sinistra fracassata. Come se non bastasse il patatrac malese, Seb a fine gara è stato chiamato dai commissari che chiaramente lo hanno incolpato di aver guidato maldestramente penalizzandolo di tre posizioni sulla griglia del GP del Giappone in programma domenica prossima a Suzuka.


E, in un finale di campionato in cui le monoposto da battere sono diventate 4, la corsa nipponica sembra compromessa ancora prima di cominciare. Per il morale del Cavallino è una brutta botta poiché Arrivabene e la sua truppa hanno dovuto vivere una giornata amara non solo per colpa della Rossa. Ad amplificare il disastro causato da Vettel ci si è messa involontariamente la Mercedes che domina abitualmente, mentre a Sepang ha dato via libera alla Red Bull che ha messo a segno una micidiale doppietta con conseguenze pesanti in classifica mondiale. La Stella di Hamilton è stata tradita dal motore mentre stava dominando a poco più di 10 giri dalla fine, quella di Rosberg è stata centrata in partenza dalla manovra di Sebastian e, dopo una gagliarda rimonta, non è andata oltre il terzo gradino del podio.

La Mercedes ha dovuto rinviare le feste per il titolo Costruttori, mentre Nico ha ulteriormente aumentato il suo vantaggio in classifica portandolo a ben 23 punti su Hamilton, quando mancano solo 5 gare al termine. Al tedesco della casa di Stoccarda basterà arrivare una sola volta davanti al compagno e poi potrà limitarsi a controllarlo. La Ferrari ed i ferraristi, invece, vedono allontanarsi la possibilità di confermarsi “seconda forza”, la terza delusione dell’anno dopo quella di non avere lottato per il Mondiale e di aver vinto meno del 2015 (finora nemmeno una gara). Nella graduatoria riservata ai Costruttori ora la Red Bull ha 46 punti di margine e Kimi e Sebastian sono staccati rispettivamente di oltre 40 e più di 50 punti da Ricciardo che ha conquistato il GP di Malesia precedendo il compagno di squadra Verstappen.

I due alfieri di Maranello dovranno guardarsi le spalle dal giovane Max che li bracca a pochi punti di distanza nonostante abbia disputato le prime gare con la Toro Rosso e ora dispone di una Red Bull tornata spaziale. Il baby fenomeno ad un certo punto sembrava avere la corsa in pugno poiché era in scia al compagno, ma aveva gomme più fresche grazie ad una sosta in più e dai box avevano invitato Ricciardo a lasciargli strada. Poi è saltato il motore a Hamilton e non c’è stata più necessità di dare ordini di scuderia. Al via Sebastian non era scattato male ma non era il caso di buttarsi all’interno di Verstappen arrivando lungo.

Max si è tenuto largo evitando la collisione, Nico era già in curva ed è stato centrato in pieno dalla Rossa che ha avuto la peggio. Se prima della partenza qualcuno dei ferraristi aveva sogni di gloria al traguardo i rimpianti si sono affievoliti perché, anche con Vettel in campo, sarebbe stato difficile dare fastidio alle Mercedes ed anche alle Red Bull. Kimi ha fatto un’altra gara anonima senza impensierire i razzi di Newey e facendosi rimontare anche da Rosberg che si era ritrovato ultimo.


Il finlandese ha corso gli ultimi giri con la Ferrari un po’ danneggiata per un contatto con Nico che lo ha sverniciato nel sorpasso (il tedesco è stato penalizzato di 10 secondi, ma non ha perso la posizione), ma nemmeno prima aveva fatto faville. Sul traguardo è arrivato staccato di quasi mezzo minuto dal vincitore. Sulla manovra di Vettel il giovane Verstappen e il vecchio Lauda si sono trovati d’accordo con i commissari, ma si sono espressi in maniera più colorita: «È pazzo...». Ora si va a Suzuka, una pista poco adatta a chi non è in grande forma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero