Quando le bufale virali diventano la verità

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Un problema difficile da risolvere «sia tecnicamente che filosoficamente». Così Mark Zuckerberg  ha definito la lotta alle notizie false, a quei...

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Un problema difficile da risolvere «sia tecnicamente che filosoficamente». Così Mark Zuckerberg  ha definito la lotta alle notizie false, a quei fake che sul social network hanno sollevato così tante polemiche durante l'elezione del presidente americano. La piattaforma è stata accusata di aver influito sulla vittoria di Donald Trump attraverso la diffusione di notizie false su Hillary Clinton, sopratutto sul suo stato di salute. Secondo un'analisi di BuzzFeed News le notizie false hanno avuto maggiore successo e condivisione rispetto alle quelle vere. La bufala più virale il finto endorsement di Papa Francescoa Donald Trump.


Sotto accusa, in particolare l'algoritmo che tende a privilegiare i post che raccolgono più clic e condivisioni. In un post  Zuckerberg ha parlato di "sette proposte" sulle quali i tecnici di Facebook stanno lavorano per combattere la diffusione di bufale. Tra questi i metodi per rafforzare la rilevazione e la verifica delle false notizie, la possibilità di avvertire attraverso "etichette" se un contenuto è falso. Sarà difficile stabilire come riuscire a controllare una così enorme informazione di dati. E' una sfida immensa sulla quale si poggia anche un po' del futuro del web.

Inizialmente, quando sono arrivate le accuse di aver favorito Donald Trump, Zuckerberg aveva parlato di «un'idea folle». Ora ha cambiato idea. Anche Google è a lavoro. Sembra si stia concentrando sull'indicizzazione dei contenuti attraverso il controllo della fonte, la tipologia dei siti e ha annunciato di voler evitare la diffusione di notizie false da parte di siti interessati a far soldi con la pubblicità. Poco dopo anche Facebook ha modificato la propria policy. «In accordo con le policy di Audience Network, non integriamo o mostriamo pubblicità nelle app e nei siti che pubblicano contenuti illegali, ingannevoli o fallaci, incluse le notizie false. Sebbene fosse sottinteso, abbiamo aggiornato la policy per chiarire in modo esplicito che questo vale anche per le notizie false». 
Zuckerberg, come riporta la Bbc, nel suo post ha dichiarato: «Abbiamo lavorato su questo problema per un lungo periodo di tempo e prendiamo sul serio questa responsabilità» Ma ha detto che i problemi erano «complessi, sia tecnicamente che filosoficamente». E ha osservato Facebook non ha voluto scoraggiare la condivisione di opinioni o diventare «arbitro della verità».


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Il Messaggero