Facciamo un check-up? No, meglio un backup

Facciamo un check-up? No, meglio un backup
Talvolta si è portati a credere che un file (sia esso musicale, video o di altro tipo) sia, per sua natura, eterno. In realtà, se una sequenza di codice binario può sembrare...

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Talvolta si è portati a credere che un file (sia esso musicale, video o di altro tipo) sia, per sua natura, eterno. In realtà, se una sequenza di codice binario può sembrare incorruttibile, sono i supporti dedicati alla memorizzazione a essere dotati di una vita limitatata. Ecco perché sono sempre più importanti i backup, le copie di riserva, per poter tenere al sicuro i dati importanti della nostra vita (dalle foto del matrimonio o della nascita del figlio ai documenti riservati) e che crediamo custoditi al sicuro su un computer, uno smatphone o una “nuvola” di server esterni. Nella Giornata mondiale del backup, ieri Netgear ha lanciato Readyrecover per eseguire, ogni 15 minuti, copie fedeli e complete di server, desktop e computer portatili. Eppure, solo un utente su 4 effettua regolarmente un backup dei propri dati, come riferisce la campagna per la giornata, con lo slogan “non farti fare un pesce d’aprile”. Con tanto di hashtag #WorldBackupDay, la “Giornata” nasce nel 2011 con l'intento di sensibilizzare gli utenti digitalI all'importanza del salvataggio dei propri dati su supporti secondari. Quindi, cerchiamo di effettuare copie di riserva, in qualsiasi modo disponibile. Ma una riflessione è d’obbligo. L’era del digitale non ha affatto migliorato la sicurezza dei nostri dati. Anzi, ci ha messo tutti a rischio di phishing, di virus informatici, e soprattutto ci ha messi in condizione di “condividere”. Quando si condividono dati con amici, si condivide spesso e volentieri anche con utenti che tanto amichevoli non sono. Non solo. Se i supporti di memoria sono a rischio di malfunzionamento, tutti i nostri dati (e i nostri ricordi più belli) rischiano di scomparire in un attimo. Così, non stupisce che le grandi case di produzione americane archivino i grandi film in formato analogico, nel vecchio 35 millimetri. Non sempre l’innovazione è sinonimo di progresso.
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Il Messaggero