Non si scherza sulla benzina

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Il ritorno Lione-Montpellier, un'avventura annunciata. Sai, c'è sempre dentro qualcuno quella voglia di aggiungere ansia alla tua, che è già di per sé gigantesca. In fondo è un modo involontario per capire che esiste chi sta peggio di te. Comunque, un tizio, un collega, ci fa: «Giovedì c'è sciopero generale in Francia, non si trova la benzina. Sarà dura tornare a Montpellier». Certo, qui è un classico: come c'è sciopero, non c'è uno straccio di benzinaio aperto, è noto a tutti come il giorno dopo la domenica che si chiama lunedì. Scontato. C'è sciopero? Zero benzina. Cavolo, mi sono chiesto, e come si fa? Si fa benzina prima, in anticipo, prima che cominci lo sciopero. Un pieno non basta andata e ritorno. Aho, tutto il mercoledì a pensare come avremmo fatto a tornare senza la benzina. Già immaginavo la scena: fermi sull'autostrada a chiedere aiuto a un casellante, già mi vedevo a dormire in piedi come i cavalli dentro il suo gabbiotto. E' giovedì, sciopero generale, tutto previsto. Mi affaccio alla finestra dell'albergo di Lione e si vede chiaramente quanto sia intenso questo sciopero, mi faccio coraggio, scendo nella hall, pronto a partire, direzione Montpellier, casa. Benzina non ce n'è tantissima, meno di metà serbatoio. Non ce la facciamo. I miei due compagni di viaggio Gianluca e Ugo sono ottimisti, io, come al solito, no. No, non ce la faremo mai. Imbocchiamo l'autostrada, ecco un distributore. Ci sarà una fila incredibile. Zero, solo un signore che, tra l'altro, aveva appena finito. Il casellante del distributore parlava pure italiano. Riusciamo a fare benzina, siamo salvi. Chissà se gli altri colleghi saranno fortunati come noi, c'è chi doveva prendere il treno, poverino, non lo rivedremo prima di giovedì. Preoccupato (strano...), scorro tutti i benzinai dell'autostrada: rigorosamente aperti. Tutti. A Parigi sta succedendo di tutto per lo sciopero, i terroristi hanno ucciso due poliziotti, in piazza c'è la guerra civile. A Parigi, il centro del mondo, lì davvero il problema è serio e mondiale. Il resto della Francia è dimenticata da Dio e dagli scioperanti. Resta solo l'ansia che ormai si trasmette come la varicella.     Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero