Se Einstein avesse avuto Facebook, cosa avrebbe condiviso?

Se Einstein avesse avuto Facebook, cosa avrebbe condiviso?
Cosa avrebbe scritto Albert Einstein se fosse stato un utente di Facebook? Probabilmente avrebbe condiviso la sua teoria della felicità e avrebbe ottenuto qualche milione...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cosa avrebbe scritto Albert Einstein se fosse stato un utente di Facebook? Probabilmente avrebbe condiviso la sua teoria della felicità e avrebbe ottenuto qualche milione di "like". Perché oltre alla teoria della relatività che resiste dal 1915, il geniale scienziato premio Nobel, scrisse due frasi che vengono considerate una sorta di equazioni per essere felici.


Equazioni così importanti che sono state vendute all'asta per un milione e mezzo di euro. E' successo a Gerusalemme dove sono state battute due mini-lettere, due post potremmo dire, scritti da Einstein nel novembre del 1922 mentre era in Giappone per un ciclo di conferenze.

Un postino dell'Imperial Hotel di Tokyo portò un messaggio ad Einstein: lo scienziato invece della mancia gli consegnò due lettere con i post diventati la "teoria della felicità". Ecco le frasi: "Una vita tranquilla e modesta porta più gioia di una discontinua ricerca di successo" e "Dove c’è la volontà, c’è anche il modo per farcela".
Le due lettere sono state messe all'asta e hanno raggiunto cifre record. La prima frase è stata venduta per 1,3 milioni euro (il prezzo previsto era di 2mila euro), mentre la seconda per 200mila euro (6mila). 
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero