«Dove è il mio nome?», l'hashtag per le donne afgane

«Dove è il mio nome?», l'hashtag per le donne afgane
Vengono chiamate "la mia capra" o "la mia gallina". In Afghanistan molte donne nelle zone rurali non hanno diritto al nome, i mariti quasi si vergognano di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Vengono chiamate "la mia capra" o "la mia gallina". In Afghanistan molte donne nelle zone rurali non hanno diritto al nome, i mariti quasi si vergognano di pronunciare il loro vero nome e allora le rifilano dei nomignoli. Non hanno diritto di vedere il proprio nome neanche sui certificati medici e tanto meno al momento della sepoltura. Insomma, non sono mai esistite. La denuncia è di Tahmina Arian attivista dei diritti civili in Afghanistan, laureata alla Kardan University. Tahmina da tempo ha iniziato a partecipare sui social alla battaglia nata per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, diffondendo l'hashtag #WhereIsMyName. Una campagna social per ottenere il riconoscimento dell'identità delle donne afghane che spesso vengono definite solamente come la "moglie di", "la figlia di". «Sono stanca del fatto che nel secolo XXI  viviamo ancora come nel Medioevo» aveva spiegato all'AFP Thamina. La negazione dell'identità della donna è diffusa nella logica tribale.  I sociologi Mohammad Amir Kamawal e Hassan Rizayee tempo fa al New York Times spiegarono che «il Corano non dice da nessuna parte che le donne non devono essere chiamate per nome».

 
 
 
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero