Diario Euro 2016 giorno 15 Si comincia ad avvertire un po' di stanchezza. Anche a scrivere questo diario. I giorni volano...
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Si comincia ad avvertire un po' di stanchezza. Anche a scrivere questo diario. I giorni volano sempre uguali, al fianco di personaggi di ogni genere. C'è quello che magna come un bufalo, c'è quello che non vedi mai, c'è quello divorato dall'ansia e a confronto io sono un sotto-agitato, c'è chi se ne frega e chi ci pensa troppo, chi vuole tornare a casa prima possibile e chi allungherebbe l'Europeo fino ad agosto 2021. Ce ne sono due che non stanno insieme ma girano sempre in coppia, che se ci sono tre posti in cui sedersi e ci si mettono loro, il terzo non c'entra. C'è quello che pensa solo alle donne, ci sono donne che hanno smesso di essere donne. Ci sono quelli che parlano solo di calcio e di lavoro. C'è chi vivrebbe dalla mattina alla sera davanti a una telecamera. Ci sono io, che sono un po' tutte queste cose, ho smesso anche io di essere donna e la telecamera continua ad inibirmi. C'è la squadra azzurra, quella del tormentone "siamo un gruppo unito, vi facciamo ricredere" (lo ripete chiunque e in ogni occasione, abbiamo capito...). Ho incontrato dopo tanti anni Paolo Bertelli, preparatore atletico della Nazionale e ai tempi al fianco di Spalletti nella sua prima Roma, mi ha fatto piacere rincontrarlo, un toscanaccio ma di quelli simpatici però. C'è Alex Britti, un pezzo di Roma qui a Montpellier. Grande chitarrista e ragazzo simpaticissimo. Timido ma con la musica ruggente dentro. Ho visto cantare Antonio Conte. Un'emozione che mi porterò dentro per tutta la vita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero