Cecchinato, dopo 41 anni l'Italia spera di applaudire un top ten

Cecchinato, dopo 41 anni l'Italia spera di applaudire un top ten
Il 2019 promette di essere un anno di svolta per il tennis azzurro. Marco Cecchinato da Palermo, ignorato dalla Fit sino allo scorso maggio, quando fu necessario un triplo...

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Il 2019 promette di essere un anno di svolta per il tennis azzurro. Marco Cecchinato da Palermo, ignorato dalla Fit sino allo scorso maggio, quando fu necessario un triplo carpiato per rimediargli una wild card al Foro, è diventato il nuovo numero 1, ma a fare più notizia è lo sconcertante avvio di stagione di Fabio Fognini. Un Fognini capace di infilare negli ultimi quattro tornei altrettante eliminazioni al primo turno consecutive tra terra sudamericana e Indian Wells. E se la sconfitta di Rio contro l'emergente Auger-Aliassime è giustificabile, quella contro il modesto Albot nel deserto Usa (con l'onta del 6-0 iniziale) fa riflettere. Sui social si sprecano le voci di un Fognini ormai più vicino alla famiglia che alle palline da tennis e fa rabbia pensare che l'assalto alla top ten che sembrava a fine 2018 a un passo, oggi appaia quasi impossibile. Solo i prossimi mesi ci daranno risposte, ma su Fabio resta l'amaro in bocca. La posizione numero 13 è stata la più alta mai conquistata da un tennista italiano nel dopo Panatta, ma al tennista di Arma di Taggia manca la consacrazione in uno Slam (il suo top restano i quarti di finale al Roland Garros non giocati nel 2011 per infortunio) o in un Master 1000.


Risultati già migliorati dal Ceck nazionale, che la scorsa settimana ha festeggiato la sedicesima posizione del ranking, ma che può già vantare la semi nel 2018 al Roland Garros. Un fardello di 720 punti che, peraltro, non può non condizionare la sua stagione su terra. Il palermitano sull'ostico cemento ha deluso gravemente a Indian Wells: brutta (e netta) l'eliminazione al primo turno contro lo stagionato Albert Ramos, peraltro terraiolo come lui. Ma per Ceck bisogna aspettare i grandi appuntamenti su terra, per i quali probabilmente sta rifinendo la sua preparazione atletica. Intanto, nel carniere ci sono già i 250 punti di Buenos Aires e non è poco.

A completare il tris di delusioni azzurre in America, il rampante Matteo Berrettini, anche lui eliminato al primo turno di Indian Wells. Un Berrettini che, va detto, in questo 2019 non ha mai convinto, ad eccezione della partita pur persa contro Tsitsipas in Australia. Il poker a stelle e strisce è stato servito da un Andreas Seppi perdente e dolorante, che ha già annunciato il suo ritiro a Miami.


Considerato che Sonego e Fabbiano sembrano ai limiti strutturali (di classe e di ranking), dobbiamo aspettare il ragazzino Sinner per gioire? Ovviamente no, perché questo 2019 ci riserverà comunque sorprese e speriamo positive. Coro Italico accompagnerà questa stagione azzurra e speriamo di raccontare almeno un'impresa: Cecchinato e Fognini a Parigi o Roma, Berrettini sul cemento Usa, Seppi magari sull'erba di Wimbledon. I nostri hanno possibilità e potenzialità, ma i dubbi sono tanti e li abbiamo già espressi. Dopo tanti anni sarebbe bello trovare il terzo top ten azzurro dell'era open dopo Panatta e Barazzutti. Sono passati 41 anni dall'ultima volta, chissà che l'impresa non riesca a un ragazzo nato in quella Sicilia distante anni luce dai giochi romani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero