Tra qualche giorno, a Chicago, faro' una cosa per me nuova: terro' un ciclo di lezioni all'universita', agli studenti dell'Institute of politics diretto...
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L'invito di David Axelrod mi e'arrivato mesi fa, prima degli attacchi terroristici dell'Isis, quelli che a Parigi hanno fatto centinaia di vittime. E prima, ovviamente, del terrore di Bruxelles.
Eppure la nuova condizione del nostro continente, ormai sotto attacco, la strategia di chi vuole imporre la sua visione religiosa ed estremista e indebolire l'Europa, era gia' in cima all'interesse del direttore e del corpo docente dell'universita' di Chicago. Da subito con David Axelrod e Kate Grossman si e' deciso che almeno un paio delle lezioni sarebbero state dedicate a come sta cambiando la nostra vita di europei, sottoposti all'incertezza costante, costretti a scoprire che e' rischioso prendere la metropolitana, passare per un aereoporto, andare a teatro per un concerto o al ristorante con gli amici.
Gli americani sanno bene cosa significhi confrontarsi col terrore. L'hanno scoperto traumaticamente nel 2001, con l'attacco alle torri gemelle di New York, e da allora non l'hanno più' dimenticato.
Agli studenti dell'Institute of politics raccontero' di questa impalpabile insicurezza che, come una velenosa polvere, sta intossicando le nostre vite. Raccontero' delle nostre reazioni e del nostro sconcerto. "Siamo in guerra" ha ripetuto anche ieri il premier francese Manuel Valls. Si, lo siamo. Il guaio e' che non abbiamo davvero ancora capito come difenderci Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero