Ecco perchè non pagare il bus accelera il declino italiano

Ecco perchè non pagare il bus accelera il declino italiano
Roma, via del Corso h 14. Sto aspettando come tanti l'autobus 83. Tempo di attesa: indefinito. Non c'e' un display che, come in Piazza Venezia o come ovunque a Parigi,...

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Roma, via del Corso h 14. Sto aspettando come tanti l'autobus 83. Tempo di attesa: indefinito. Non c'e' un display che, come in Piazza Venezia o come ovunque a Parigi, informi il passeggero. Con me aspettano tre ragazzi calabresi, due ventenni col taglio al momento universalmente giudicato trendy  (grandi rasature alla nuca e ciuffo decolorato davanti) e una ragazza anche lei decolorata il giusto. Avendo avuto nonni calabresi, sorrido al ricordo di quando commentavano le mie decolorazioni di diciottenne. Fossero vivi, la maschia decolorazione li lascerebbe pure piu' perplessi. Ma sono defunti, e con loro molti insopportabili pregiudizi.


Resistono, invece, le cattive abitudini degli italiani di tutte le latitudini. "Ma il biglietto bisogna pagarlo?" , chiede infatti la ragazza, giustamente preoccupata, ai suoi due amici. "ma va" fa uno dei due, lasciando capire, con un gesto, che queste, a Roma come altrove in Italia, sono davvero preoccupazioni superflue.
Ascolto e per qualche minuto rifletto, incerta sul da farsi. Dire come la penso o, seguendo il suggerimento fornito dal popolare senatore Razzi, farmi li c....mia?

Come sempre, opto per la prima soluzione. Intervengo. Come dice un romano che in tanti apprezziamo, il regista e attore Sergio Castellitto, "basta col fingere di non vedere" .

Consapevole di rischiare un "ma lei di che s'impiccia" , mi volto (sorridendo) verso i tre ragazzi. "Certo che il biglietto bisogna pagarlo. Altrimenti lasciate noi romani a secco di fondi" . "Lo paghiamo, lo paghiamo" risponde a mezza voce uno dei tre. E'un bravo ragazzo, arrossisce all'idea di essere stato beccato. "Bene - insisto - ma dovete comprarlo, il biglietto. Perche' a bordo non si trovano" .

Avendo scocciato a sufficienza, mi allontano un po', sempre aspettando l'83. L'autobus non arriva. In compenso i tre ragazzi decidono che e' meglio andare a piedi, almeno fino alla fermata successiva e sperando di non incrociare altre scocciatrici.

Io invece spero che di scocciatori come me ce ne siano tanti, a Roma. E che tutti, prima di fare la predica, abbiano a loro volta comprato il biglietto dell'autobus.


Ps- sindaca Raggi a quando i controllori e, come a Parigi, gli autisti che sugli autobus vendono i biglietti? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero