Diario da Chicago 4/ Mani Pulite recitata dagli studenti. Cirino Pomicino? L'ha interpretato uno del Tennessee

Diario da Chicago 4/ Mani Pulite recitata dagli studenti. Cirino Pomicino? L'ha interpretato uno del Tennessee
Seduti attorno a un tavolo, Forlani, Di Pietro, Paolo Cirino Pomicino, Bettino Craxi e Umberto Bossi discutono e difendono le loro posizioni al nono piano del Palmer House Hotel,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Seduti attorno a un tavolo, Forlani, Di Pietro, Paolo Cirino Pomicino, Bettino Craxi e Umberto Bossi discutono e difendono le loro posizioni al nono piano del Palmer House Hotel, nel centro di Chicago. E' sabato mattina e non e'in corso una seduta spiritica e neppure un collegamento via Skype con l'aldila' e l'aldiqua. E' invece l'annuale appuntamento degli studenti delle più' prestigiose universita' americane che, divisi in gruppi, studiano una particolare fase della storia di un Paese.

Al gruppo che sto andando ad incontratre sono toccati gli anni 1992-1994 in Italia. Gli anni di "Mani Pulite o come la chiamano qui "Bribesville".
Rifletto sulle coincidenze singolari. Mentre da noi in Italia si parla con insistenza di una nuova Tangentopoli qui a Chicago gli studenti arrivati da Harvard, da Georgetown, da Penn, analizzano quel biennio con lo stesso distacco col quale i loro colleghi della stanza accanto studiano (e recitano) il periodo della secessione americana. 

Al nono piano e' tutto un incrociarsi di ragazzi e ragazze che entrano ed escono dalle stanze carichi di cartelle con gli appunti. Giacca e cravatta per i ragazzi, le ragazze nella versione femminile di una divisa da ufficio. Niente jeans da queste parti.

Entro nell'aula a noi destinata e, per un attimo e'come tornare indietro di ventiquattro anni. Tutti quei nomi sui cavalieri appoggiati al tavolo: Forlani. Craxi. Bossi...
Un bel po'di ricordi si affacciano alla memoria. Il pomeriggio in cui nell'open space del Corriere della Sera, in via Solferino, il direttore Ugo Stile riuni' tutta la redazione per annunciarci che sull'Italia stava per abbattersi un evento di enorme portata rispetto al quale avremmo dovuto tutti fare fronte. Era autunno, mi pare e di Mani Pulite non si parlava ancora. Io almeno non ne sapevo niente.
Altro ricordo. La mattina del 21 luglio 1993 quando prima delle 8 riuscii ad entrare in casa della vedova Cagliari. Quella notte, a san Vittore, si era ucciso suo marito, il presidente dell'Eni Gabriele Cagliari. Abituata a svegliarmi presto, avevo saputo la notizia dalla Tv, parlato col caporedattore e raggiunto per prima l'appartamento di via Vivaio. Bruna Cagliari mi parlo', sia pure solo per pochi drammatici momenti. E io non avrei mai più' dimenticato quella mattina dell'estate 1993.
In questa mattina di aprile, invece, l'atmosfera qui all'hotel e' adrenalinica e solare. I ragazzi vogliono sapere, con l'avidita' di chi sa che e'un gioco, ma anche un'occasione per mettersi in mostra. Gli studenti di queste universita' sono molto, molto competitivi.
Forlani, che studia a Harvard, e'il primo a rompere il ghiaccio: mi chiede perche' a un certo Mani Pulite si e' bloccata. Rispondo con le parole con cui Gherardo Colombo replico' a una mia identica domanda, durante una puntata di L'Intervista. "Mani Pulite e'finita quando gli italiani hanno capito che non ci saremmo fermati ai politici. Che avremmo cominciato a intaccare il tran tran di corruzione che e'anche la comfort zone di tanti nostri concittadini". In fondo, lo stesso concetto espresso da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di martedì 26 aprile.

Una ragazza mi chiede com'era essere una donna in mezzo a tanti cronisti uomini affamati di scoop. Rispondo che la fame di scoop ci accomunava tutti ma che loro, almeno, avevano il vantaggio di fare gruppo.
L'occhio cade sul cavaliere sul quale e' scritto il nome di Paolo Cirino Pomicino. A recitare la sua parte e sostenere le sue tesi c'e' un ragazzo ispanico dell'universita' del Tennessee. Mi chiedo come racconterebbe Bribesville il vero Pomicino qui, all'hotel Palmer e a questi studenti.
Il tempo delle domande e'finito, i ragazzi hanno il loro break e io una mattina posso godermi il primo giorno di vera primavera a Chicago.

Per la cronaca: il primo classificato nel dibattito e' stato Visco. Forlani e'arrivato secondo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero