Barbamamma a Manaus

Barbamamma a Manaus
 Diario dal Brasile, decimo giorno Trasferimento da Rio a Manaus....

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 Diario dal Brasile, decimo giorno
Trasferimento da Rio a Manaus. Come andare da Roma a Oslo, se poi passi per Bari il tragitto diventa il viaggio della speranza. Rio, San Paolo, Manaus: il percorso verso Inghilterra-Italia. Partenza dall'albergo di Itacaruça intorno alle 13, arrivo all'una di notte in Amazzonia, la città delle zanzare, del fiume più lungo del mondo, il Rio delle Amazzoni, il luogo dove svetta l'Arena Amazzonas, uno stadio alveare che diventerà il nido degli inglesi, numerosissimi e caciaroni ovunque, anche da queste parti. Stanchi morti proviamo a fare un giro per mettere in bocca qualcosa. Ci riusciamo, non un granché, s'è mangiato di meglio nella vita passata e facilmente succederà anche in quella futura. Tutti qui somigliano a Lima, il corridore della Roma di Capello di qualche anno fa. Faccia da indios, tratti somatici un po' messicani e un po' africani. Il Brasile è qui ma non si vede. A proposito: ma 'ste famose ballerine col tanga con i sederi da urlo, ma dove sono? Forse nelle cartoline. Sono rimaste lì, appese. Mica per niente, era solo per confermarne l'esistenza, per trasformare il mito in realtà. Ninte, invece. Chiusa parentesi. 
A Manaus ci accoglie una guida con la testa piccola e il sedere (riaperta la parentesi) gigantesco (le ho fatto una foto, ce l'ho, giuro). Una specie di Barbamamma. Ci porta in un vicolo buio, davanti a un improbabile e poco invitante fast food. Ci indica una porta e dice, quello è il vostro albergo. Mecojoni, ci trattiamo bene, abbiamo pensato Ugo e io. Un posto improbabile, mi veniva da piangere. Quasi l'ho fatto, non lo nascondo, mi sono fermato solo perché ho pensato che la mia vita a Manaus doveva durare solo due giorni scarsi. Riprendo il programma di viaggio e chiediamo a Barbamamma, "ma questo sarebbe l'hotel Millenuom?". No, risponde,  questo è... e dice un nome che nemmeno ricordo quale fosse. Insomma, non era quello il nostro albergo. Un sorrisino c'è scappato. Che culo, mi veniva da dire, ma poi Barbammamma pensava ce l'avessi con lei e ho taciuto. Ma quella era la prima e unica buona notizia della giornata. Poi andiamo a quello vero, nulla di che, ma almeno abbiamo trovato un letto, finalmente per sdraiarsi un po' e rilassarsi. Sognando quel sedere gigantesco, che nemmeno entra in una cartolina dell'orrore.                            
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Il Messaggero