Banche: tutti rimborsati, tutti contenti?

Banche: tutti rimborsati, tutti contenti?
Sembra essere avviata finalmente ad una conclusione la vicenda degli obbligazionisti delle quattro banche fallite (Marche, Etruria, Cariferrara, Carichieti. Con una trattativa...

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Sembra essere avviata finalmente ad una conclusione la vicenda degli obbligazionisti delle quattro banche fallite (Marche, Etruria, Cariferrara, Carichieti. Con una trattativa blindatissima e gestita ai massimi livelli politici il governo italiano starebbe per raggiungere un accordo con l'Unione europea sulle modalità di rimborso ai risparmiatori che avevano sottoscritto i bond subordinati, il cui valore era stato azzerato a novembre prima della procedura di salvataggio dei quattro istituti.


Risarcimenti erano già stati previsti con la legge di Stabilità e rinviati a successivi decreti che avrebbero dovuto vedere la luce entro il mese di marzo. La scadenza è stata superata: dopo varie incertezze sui possibili criteri da usare per selezionare gli aventi diritto ad un rimborso totale o parziale (verificando in primo luogo l'esistenza di un qualche raggiro da parte delle banche) il governo ha cercato di allargare la platea, per coinvolgere idealmente tutti gli investitori in obbligazioni. Probabilmente questo obiettivo non potrà essere raggiunto, almeno non in pieno. La commissione europa infatti insiste per legare in qualche modo i risarcimenti all'accertamento di comportamenti non trasparenti da parte di chi i bond li ha venduti.


Ma anche nel caso che fosse fattibile, davvero rimborsare tutti farebbe tutti contenti? A parte l'evidente contraddizione con la precedente scelta di azzerare gli investimenti (perché dovrebbe essere possibile oggi quello che non era possibile allora?) una scelta del genere scontenterebbe di sicuro qualcuno, oltre agli azionisti che restano comunque esclusi: ci resterebbero male in particolare coloro che con una scelta sofferta le obbligazioni avevano decise di venderle prima, perdendo magari il 20-25 per cento o anche di più, di fronte ai crescenti segnali di allarme sullo stato di salute degli istituti. La loro prudenza ora verrebbe punita e sarebbe poi difficile in futuro raccomandare ai risparmiatori di soppesare bene i rischi di un investimento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero