Bambini cantanti, bambini ai fornelli: la nuova frontiera dei talent

Bambini cantanti, bambini ai fornelli: la nuova frontiera dei talent
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Mentre ai giornali si chiede (giustamente, secondo me) di oscurare i volti dei minori per proteggerne la privacy, in tv spopolano i talent che hanno per protagonisti bambini e adolescenti. In “Ti lascio una canzone” i piccoli concorrenti si sfidano a colpi di canzoni celebri, a “Masterchef Junior” combattono armati di spezie e padelle. Dato comune: in entrambi gli show viene chiesto ai protagonisti di scimmiottare gli adulti. Le ugole acerbe non cantano mica “Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due” o “Il Pulcino ballerino” (magari, mi riporterebbero alla mia infanzia scandita dallo Zecchino d’oro!): si avventurano invece su amori sventurati, passioni non corrisposte, insomma sul consueto armamentario sdolcinato della canzonetta italiana: vederli pronunciare certi versi e “fare scena” come popstar consumate è innaturale, rappresenta proprio una nota stonata. Non a caso la trasmissione va in onda dall’Ariston di Sanremo… E i cuochi in miniatura (alcuni sono alti una spanna, meno dei grembiuloni che indossano) arrostiscono, rosolano, spadellano avendo come modelli i cuochi-star che ormai, come ho scritto in un post precedente, incarnano il pensiero forte di questo Paese. Di fronte allo spettacolo dei minori esibiti e gettati nel calderone della competizione, io ho un soprassalto. Non mi piace lo spettacolo, non accetto che la gara , con relativa ansia da prestazione, venga imposta a chi non ha ancora gli strumenti per capire e per difendersi. Non approvo i genitori che, attraverso gli incolpevoli figli, cercano il successo facile e magari la rivincita alle loro frustrazioni. Non bruciamo l’infanzia e l’adolescenza. Bambini e ragazzi devono fare il loro mestiere: studiare, coltivare i valori della convivenza civile, imparare che il successo si conquista con la fatica, l’applicazione, il merito. Già, il merito. Ma vaglielo a spiegare, a una tv che ha inventato il Grande Fratello dove basta mettersi in mutande per conquistare celebrità e quattrini. Io, se ho voglia di musica, ascolto Celentano, Battisti, Battiato. Oppure mi delizio con la Callas e perché no, Pavarotti. Dite che sono antiquata? Voglio conoscere le vostre opinioni, anche in materia di musica visto che nei vostri commenti ricorrono i nomi dei mostri sacri della lirica. Scrivetemi perché vi piacciono tanto e quali emozioni vi danno.
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Il Messaggero