Amal e Malala, nuove role model per le trentenni del mondo

Amal e Malala, nuove role model per le trentenni del mondo
Alle trentenni del mondo, alle giovani donne nate negli anni 80,...

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Alle trentenni del mondo, alle giovani donne nate negli anni 80, quelle che si stanno affacciando ora al mondo del lavoro e anche al governo dei loro Paesi (da Marianna Madia e Maria Elena Boschi alla francese Najat Vallaut Belkacem) mancava una coetanea role model global. Le quarantenni hanno Sheryl Sandberg, chief operation officer di Facebook: il suo libro, "Lean in", "Fatevi avanti" è stato alquanto e ovunque diobattuto. Le cinquanta-sessantenni hanno Hillary Clinton, prossima candidata alla Casa Bianca. Alle trentenni, invece e almeno finora, erano state offerte solo top model o ragazze dello show-biz, da Beyoncè a Rihanna. Nessuna che facesse il medico, la scienziata, che fosse, benché giovane, già affermata nel suo settore. Poi, è arrivata Amal. L'avvocato Amal Alamuddin da poco coniugata Clooney. Esperta di diritto internazionale e bella come una top model, perfetta ambasciatrice per il mondo delle venti-trentenni e per il nuovo messaggio: "Ragazze sveglie. Essere solo belle non basta più, non basta aver sfilato o canticchiato. Bisogna avere una professione. Possibilmente utile agli altri". Cogliendo la nuova tendenza, il giorno delle nozze Clooney-Amal, il sito online "The Business Woman" ha titolato: "Avvocato di fama internazionale sposa attore". Amal è il lato glamour del concetto che viene globalmente inviato alle ragazze. Meno glamourous e più concreto è il messaggio che arriva dal Nobel per la pace assegnato a Malala Yousafzay. Pachistana, aveva 14 anni quando fu quasi uccisa dai talebani contrari al suo impegno a favore dell'istruzione femminile. Oggi vive a Birmingham, in Inghilterra ed è lì che ha saputo di aver ricevuto il Nobel. Suggestivo e altamente simbolico il timing prescelto per rendere pubblica la bella notizia. Gliel'hanno detto mentre era a scuola, lei che si è battuta perché alle ragazzine non fosse impedito l'accesso al sapere. Di più: è stato reso noto che Malala, in quel momento, aveva l'ora di chimica. Un modo per sottolineare l'importanza dell'istruzione scientifica tra le ragazze. Obiettivo che, siamo sicuri, vedrà ancora Malala testimonial.
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Il Messaggero