All'Oscar la delusione di Keaton, più eloquente di mille parole

All'Oscar la delusione di Keaton, più eloquente di mille parole
Di ritorno dalla maratona dell’Oscar, mi resta impressa soprattutto...

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Di ritorno dalla maratona dell’Oscar, mi resta impressa soprattutto un’immagine catturata da una telecamera non ufficiale: Michael Keaton che, all’annuncio del trionfo di Eddie Redmayne (l’attore di “La teoria del tutto”), rimette nel taschino il discorso da vincitore che si era preparato. E’ un’immagine malinconica, direi straziante e descrive più di mille parole la spietatezza del mondo del cinema. Al di là di ogni retorica, è un mondo in cui in un attimo puoi cambiare la tua vita, salire sugli altari, guadagnare miliardi e un secondo dopo cadere nella polvere. Il film per il quale Keaton era candidato all’Oscar, il bellissimo “Birdman” (che di statuette ne ha vinte quattro, tutte strameritate) racconta proprio la parabola umana di un attore, ex star di film popolari che, ormai sul viale del tramonto, decide di riciclarsi affrontando una difficilissima sfida in teatro. Hollywood è un mondo parossistico che s’inchina al successo ma non perdona i perdenti. E vive di status symbol: in quella città considerata la mecca del cinema (e per molti versi lo è) conta chi guadagna più degli altri, chi batte i primati, chi va alle feste giuste, chi ha più guardie del corpo, chi sta sulle copertine. Nella settimana dell’Oscar questa tendenza si amplifica in misura esponenziale. Per darvi un’idea, le feste più ambite sono divise in fasce orarie: dalle 19 alle 21 gli inviati meno importanti, dalle 21 alle 23 i very big, dalle 23 in poi i quasi big. Per Redmayne, fino a ieri un quasi sconosciuto attore inglese di teatro, ora si spalancheranno tutte le porte. E Keaton, che era tornato in pista dopo essere stato qualche anno nel dimenticatoio, dovrà metabolizzare la sua delusione. In silenzio, masticando amaro, senza tradire il dolore in un ambiente che rispetta solo il successo. Emi vienda pensare che forse sarà questa la sua migliore interpretazione. A questo punto vorrei conoscere le vostre impressioni sull’Oscar. L’avete seguito? Ricordate qualche edizione del passato? A chi lo dareste?
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Il Messaggero