Aveva l'Aids? I mille misteri della morte di Prince. E la scorta di farmaci potentissimi nella sua villa

Aveva l'Aids? I mille misteri della morte di Prince. E la scorta di farmaci potentissimi nella sua villa
La notizia è di quelle da verificare con attenzione: Prince - sostiene il National Enquirer, giornale di gossip americano - aveva l’Aids, che gli era stato...

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La notizia è di quelle da verificare con attenzione: Prince - sostiene il National Enquirer, giornale di gossip americano - aveva l’Aids, che gli era stato diagnosticato appena sei mesi fa. Questo spiegherebbe la morte precoce, avvenuta ad appena 57 anni per una presunta overdose di farmaci. Se fosse vero, sarebbe clamoroso. Peccato però che la testata abbia un passato di "bufale" clamorose. «I dottori - racconta una fonte al tabloid - gli avevano detto che il suo emocromo era insolitamente basso e che la sua temperatura corporea era scesa pericolosamente. Era totalmente carente di ferro ed era spesso debolissimo e disorientato. Mangiava raramente e non riusciva a trattenere il cibo». Di certo, come era emerso dalle prime rivelazioni (molto più attendibili) del sito Tmz.com, Prince aveva abusato di Percocet, un antidolorifico oppiaceo che causa forte dipendenza; ed è stata la stessa polizia del Minnesota a confermare il ritrovamento di massicce dosi di farmaci nella sua abitazione di Paisley Park. Nel caso del Percocet, si era parlato di un utilizzo principalmente mirato a combattere i dolori che lo tormentavano da sempre. L’Aids in realtà spiegherebbe anche l’eccessiva magrezza, il bastone che usava per sorreggersi. Ma sarà veramente andata così? E se era davvero malato di Aids, perché non sono stati trovati farmaci antiretrovirali? Il fatto che fosse testimone di Geova, e quindi contrario ad alcune pratiche mediche, non risolve il mistero. Di certo, la morte dell’autore di “Purple Rain” ricorda molto da vicino quella di Michael Jackson. Allora, il suo caso - utilizzava un sedativo potentissimo, il Demerol, e gli venivano iniettate dosi da cavallo - portò alla condanna del suo medico, Conrad Murray, a 4 anni di reclusione. Una sentenza che è stata anche confermata in appello.Tuttavia, molte domande, anche nel caso del re del pop, sono rimaste insolute.  
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Il Messaggero