Caso Vannini, la pm D'Amore assolta dal Csm

Marina, la mamma di Marco Vannini, il giovane ucciso cinque anni fa in casa Ciontoli a Ladispoli
Caso Vannini: era stata avanzata l'archiviazione per il pm Alessandra D'Amore, a distanza di settimane è arrivata anche l'assoluzione del Csm per il pm che si...

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Caso Vannini: era stata avanzata l'archiviazione per il pm Alessandra D'Amore, a distanza di settimane è arrivata anche l'assoluzione del Csm per il pm che si occupò delle indagini relative all'uccisione del 20enne cerveterano. «Non sono state omesse le doverose attività investigative», è la motivazione con cui la Sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli ha cestinato la vicenda. Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, aveva richiesto un'azione disciplinare nei confronti della D'Amore ritenendo «superficiali» i rilievi svolti nei momenti successivi allo sparo costato la vita a Marco Vannini la sera del 18 maggio 2015 nella villa dei Ciontoli, a Ladispoli. Il Guardasigilli sostenne che la pubblica accusa avrebbe agito con «negligenza» arrecando un ingiusto danno alla famiglia Vannini. E un anno prima spedì gli ispettori ministeriali in Procura a Civitavecchia. Non potevano non lasciare il segno le parole del ministro tanto che lo scorso 17 febbraio Giovanni Salvi, procuratore generale della Cassazione, decise di ascoltare D'Amore, assistita dal difensore e procuratore aggiunto di Roma, Stefano Pesci. Poi era stata la volta di Gianfranco Amendola, procuratore capo di Civitavecchia nel 2015 (ora in pensione), convocato come persona informata sui fatti e pronto nell'interrogatorio a difendere il suo ex pm.

L'organo di autogoverno ha così di fatto respinto il forcing di Bonafede. Diversi i buchi neri delle indagini evidenziati in tutti questi anni dagli stessi Vannini. La villetta dell'omicidio non posta sotto sequestro; il luminol non adoperato dai carabinieri di Civitavecchia e Ladispoli, strumento utile per evidenziare la presenza o meno di tracce ematiche sulla scena del crimine; la decisione di non ascoltare tutti i vicini dei Ciontoli; l'intera famiglia a processo per omicidio volontario (il capofamiglia e sottoufficiale della Marina e nei servizi segreti Antonio, la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina). Si ritornerà in aula il prossimo 9 settembre, giorno in cui nell'Appello bis verrà riascoltata Viola Giorgini, fidanzata di Federico, come persona informata sui fatti e non come indagata.
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Il Messaggero