New York, il coronavirus svuota i canili: boom di adozioni per gli animali

NEW YORK – Giorni, settimane, forse mesi chiusi in casa da soli. Per tanti newyorchesi la quarantena è diventata il momento per realizzare un sogno da tanto nutrito,...

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NEW YORK – Giorni, settimane, forse mesi chiusi in casa da soli. Per tanti newyorchesi la quarantena è diventata il momento per realizzare un sogno da tanto nutrito, ma mai reso possibile per le pressioni del lavoro. A migliaia si sono precipitati ad adottare un animale, o almeno a prenderne in affidamento per un periodo di tempo indeterminato. Cani e gatti sono così scomparsi da tutti i rifugi della città.


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L’associazione di beneficenza Muddy Paws (Zampe inzaccherate) di Brooklyn, specializzata nel salvare animali dai canili municipali, ha detto all’agenzia Bloomberg: «Per il momento decisamente non abbiamo più animali da dare in adozione». Lo stesso ha dichiarato la Best Friends Animal Society. La sede newyorchese degli Animal Care Centers ha lanciato un appello venerdì della scorsa settimana, per tentare di trovare un domicilio – anche temporaneo - per 200 animali. Duemila persone si sono offerte di portarsi a casa un animale, fosse gatto o cane o anche coniglio.
 
La portavoce dei Centri, Katy Hansen, ha spiegato: «La gente vorrebbe un animale d’affezione, ma si sentirebbe in colpa perché tutti devono lavorare e stare tanto tempo fuori casa, lasciando l’animale solo». La necessità di stare chiusi in casa rende ora l’adozione una vera possibilità. 
 
 
Julia, una pensionata che vive in un piccolo appartamento di Manhattan, racconta: «Ho desiderato un cane fin da quando ero bambina. Non ho mai avuto il coraggio di prenderne uno. Ma adesso è giunto il momento, Brutus è anzianotto, e si merita di essere coccolato. Passiamo ore insieme sul divano a guardare vecchi film. Ci facciamo compagnia» (Brutus è in realtà un dolcissimo mezzo bassotto, mezzo chissà cosa).
 
Lo stesso trend all’adozione, o per lo meno a prendere un animale in affidamento per un tempo indeterminato, sta contagiando anche le altre città, di pari passo con l’avanzare del virus e l’imposizione dello “stai a casa”. Tra l’altro, chi prende un cane assume anche il diritto di portarlo a spasso, e quindi si assicura due o tre passeggiate quotidiane (anche se negli Usa per ora, fare la passeggiata è concessa a tutti, purchè si mantengano i due metri di distanza dagli altri passanti).
 
L’unica preoccupazione che i vari rifugi esprimono, in un momento in cui vedono finalmente i loro inquilini trovare casa e affetti, è che la crisi economica possa fra qualche mese riempire di nuovo le celle: «Quando la gente è disoccupata, senza stipendio, senza soldi, spesso è obbligata a fare dolorosi scrifici, e questo potrebbe significare un’ondata di quattrozampe abbandonati» ammettono alla Humane Rescue Alliance, del New Jersey.


Ma per il momento, anche le loro celle sono vuote.


 
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Il Messaggero