Oggi, lunedì 29 luglio, è la Giornata mondiale della tigre, una specie simbolo che però, nonostante i tanti sforzi di conservazione, ancora oggi è...
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Le tigri sono attualmente presenti in 13 Paesi: India (dove c'è la popolazione più numerosa, con 2.226 tigri censite), Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, China, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam. La minaccia maggiore per questo felino resta il bracconaggio, che si fonda ancora oggi su credenze popolari alimentando un mercato illegale legato anche alla medicina tradizionale cinese, che utilizza alcune parti del corpo del felino (come organi interni, ossa o denti) per la produzione di medicinali. Tale commercio riguarda tutta l'Asia: la medicina tradizionale cinese è usata anche in Laos, Vietnam e Cambogia. Solo in pochi Paesi, sottolinea il Wwf, «esistono dei reali sforzi per frenare il bracconaggio».
Un esempio positivo è il Nepal, dove dal 2013 a oggi le tigri sono aumentate da 198 a 235, con un incremento della popolazione del 19%. Grazie a questi sforzi, afferma l'associazione, «abbiamo dei timidi segnali positivi, come il dato che riporta l'aumento del numero globale di tigri dai 3.200 individui stimati nel 2010 ai 3.890 odierni». Varie le iniziative già in campo, come il progetto Smart (Spatial Monitoring and Reporting Tool): una combinazione di software, strumenti per la formazione e protocolli per il pattugliamento del territorio a supporto di biologi e guardie nel monitoraggio degli animali. Ma la battaglia per la salvezza della tigre è ancora lunga: il commercio illegale di specie selvatiche, afferma il Wwf, produce infatti un business che può arrivare a circa 23 miliardi di dollari l'anno, e dal 2014 al 2016 i crimini di natura hanno avuto una crescita del 26%.
Questo traffico illegale è il quarto dopo quello di droga, traffico di esseri umani e merci contraffatte.
Il Messaggero