Tigre, oggi è la Giornata mondiale: delle quasi 4mila rimaste, solo il 6% vive in libertà

Una tigre in gabbia (immag diffusa su fb dalla ong Education for Nature-Vietnam)
Oggi, in tutto il mondo, si celebra il Global Tiger Day, la Giornata mondiale della tigre che, istituita undici anni fa, torna a porre l'attenzione sul felino più...

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Oggi, in tutto il mondo, si celebra il Global Tiger Day, la Giornata mondiale della tigre che, istituita undici anni fa, torna a porre l'attenzione sul felino più grande del pianeta. Purtroppo, però e nonostante la crescente consapevolezza ambientale, c'è ben poco da festeggiare. Delle quasi 4mila tigri rimaste infatti, sono meno di trecento gli esemplari che ancora sopravvivono nel loro habitat naturale.

 

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Giornata mondiale della tigre, solo il 6% vive in libertà

Numeri drammatici che non fanno ben sperare. Tanto che il futuro del felino appare ancora incerto. Vittima della caccia per le più svariate ragioni, la tigre continua ad essere braccata dall'uomo. Come accade con le corna dei rinoceronti o le pinne degli squali, anche il destino della tigre è legato alla medicina tradizionale orientale per la preparazione di medicamenti vari generando un traffico internazionale che le vede finire uccise e con lo scheletro letteralmente polverizzato. Al di là dei ciondoli, fabbricati con denti e artigli, infatti, è proprio il mercato delle loro ossa a mettere a rischio la sopravvivenza della specie e non soltanto nel campo "farmaceutico".

 

Le ossa ridotte in finissima polvere sono tra gli ingredienti principali anche del misterioso e costosissimo vino di ossa di tigre che, venduto al mercato nero e spesso a turisti senza scrupoli, può raggiungere cifre da capogiro che sfiorano i 400 dollari per bottiglia. In merito alle capacità curative di quei medicinali non c'è molto da dire, così come sulle fantomatiche e macabre bottiglie alcoliche dal gusto incerto. Quel che è sicuro è che se non si troverà il modo di interrompere definitivamente questo mercato, presto le tigri si potranno riuscire a vedere soltanto rinchiuse in una gabbia.

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Il Messaggero