Non accennano a placarsi le polemiche nate dopo la diffusione di un filmato girato ieri, da alcuni pescatori nelle acque calabresi di Palmi nei pressi dello Scoglio...
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Ed è proprio quell'interruzione che ha acceso le polemiche. Nel video infatti, diffuso dalla pagina Palmi sui social, non è chiara nè documentata la fine dello squalo. E' davvero stato liberato al largo come indicato, o è accaduto dell'altro? In ogni caso, se lo squalo è sopravvissuto a tutto quel trambusto che, tra cattura accidentale, pare sia rimasto impigliato nei cavi di alcune boe, e tentativo di salvataggio deve essere durato diverso tempo, l'ipotesi della liberazione in mare sembra la più plausibile e senza dubbio la più corretta.
Il mako, così come altre specie di squali che vivono nel nostro Mediterraneo è in sofferenza e con il numero di esemplari in tragico declino, non si può pescare nè commercializzare. Non gode, tuttavia, di una vera e propria protezione come lo squalo bianco o il cetorino e, come accaduto qualche giorno fa nel Catanese non è affatto raro si tenti di spacciarlo per pesce spada. Questo, dopo le polemiche che proseguono, l'ultimo aggiornamento che arriva da Palmi: "Lo squaluccio è libero e sta nuotando festosamente al largo delle nostre acque". E' l'augurio di tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero