Era stato trovato mezzo congelato in un fienile abbandonato nella regione russa del Daghestan. Stremato e con le zampe rotte, era messo così male che in pochi avrebbero...
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Spezzano le zampe al leoncino per le foto con i turisti. La drammatica storia di Simba, il cucciolo che ha commosso anche Putin
D'altronde, con un leoncino ancora così piccolo, non era affatto difficile riuscire a tenerlo fermo, in posa per qualche scatto. I problemi, sarebbero sopraggiunti più tardi quando, quel cucciolo sarebbe cresciuto e di stare fermo, neanche a parlarne. Così, l'ingegno folle di quell'uomo aveva dato il meglio di sè quando, per risolvere la questione, aveva pensato di spezzargli le zampe posteriori. A quel punto, doveva aver pensato, sarebbe dovuto rimanere fermo per forza. Il resto della storia, manco, è terribile e ha il gusto della crudeltà più bieca e imperdonabile. Torturato e affamato, il giovane leone era infatti, tenuto anche al freddo. Un freddo e un dolore che però, oggi Simba non ricorda più. Salvato e curato dalle amorevoli mani di veterinari come la dottoressa Karen Dallakyan, autore delle immagini che pubblichiamo, per quel leone che doveva morire si prospetta una nuova vita. E non una vita qualunque ma una vera, addirittura in Africa. Certo, le ferite sono guarite ma, almeno per il momento, è previsto un lungo periodo di adattamento in una struttura protetta in Tanzania dove sembra sia stato proprio destinato. Così, dopo che la vicenda del ritrovamento del leoncino era persino arrivata sul tavolo del presidente Putin, si apre un nuovo e inedito capitolo che lo vedrà ancora protagonista. La dottoressa Dallakyan ha infatti anticipato che «è la prima volta nella storia della Russia che si vedrà il ritorno di animali selvatici nella loro patria spirituale che è l'Africa». E allora, buon ritorno a casa, Simba. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero