Ricci, l'appello: «Rischiano l'estinzione. Se ne trovate uno ferito o investito, portatelo dai veterinari»

Credere ai miracoli a volte sembra impossibile, eppure la natura ogni giorno ce ne dona tantissimi. Da quelli  visibili, appena apriamo gi occhi, a quelli invisibili,...

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Credere ai miracoli a volte sembra impossibile, eppure la natura ogni giorno ce ne dona tantissimi. Da quelli  visibili, appena apriamo gi occhi, a quelli invisibili, poiché la nostra disattenzione e la nostra indifferenza non ci fanno cogliere le più piccole sfumature. La piccola Onorina è una dolcissima riccetta che si è salvata, perché un cuore generoso l’ha notata in pessime condizioni ai bordi della strada e l’ha raccolta con estrema cautela. Dopo essere stata evidentemente investita, ed aver riportato un trauma cranico, questa simpatica spinosa ha lottato per una settimana tra la vita e la morte, ma ce l’ha fatta ed ha ripreso a respirare autonomamente.

 

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Per fortuna è stata trasportata d’urgenza  presso “l’Ospedale dei Ricci La Ninna”, la struttura solidale situata nel cuore delle Langhe in Piemonte, che da tempo grazie ai suoi numerosi volontari, coadiuvati dal veterinario Massimo Vacchetta, si occupa della cura e della salvaguardia del riccio che rischia l’estinzione.

In questo periodo l’attività è particolarmente frenetica, poiché gli arrivi dei ricci feriti o malati si alternano a quelli di cuccioli orfani da allattare. Nel caso di Onorina, alla preoccupazione per le sue condizioni di salute si è aggiunta, infatti, anche quella per i suoi eventuali cuccioli. Quando una femmina resta vittima di incidenti stradali la paura per i volontari è sempre la stessa, in quanto potrebbe trattarsi di una mamma con i cuccioli che aspettano il suo ritorno al nido. Per questo il dottor Vacchetta ha deciso di fare l’ennesimo appello: «Se vi capita di trovare un riccio in difficoltà, ferito o investito, fermatevi e portatelo nel più vicino centro di recupero animali selvatici della vostra zona o da un veterinario. Con un po’ di attenzione in più ed un po’ di egoismo in meno si potrebbero salvare tante vite. Non siamo i padroni assoluti del mondo e dobbiamo cercare di preservarne la biodiversità, perché è la chiave per la nostra stessa sopravvivenza».

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Il Messaggero