Il procione Lucio non può tornare dalla sua padrona: girava al guinzaglio, per il pm è pericoloso

Il procione sale sul banco degli imputati. Altra tappa, con una decisione favorevole alla Procura di Milano e presa da un collegio di tre giudici, nella lunga querelle giudiziaria...

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Il procione sale sul banco degli imputati. Altra tappa, con una decisione favorevole alla Procura di Milano e presa da un collegio di tre giudici, nella lunga querelle giudiziaria con al centro un procione, chiamato Lucio, che veniva portato al guinzaglio, come se fosse un cagnolino, da una donna ucraina di 54 anni che era così finita indagata per detenzione illegale di animale pericoloso per la salute e l'incolumità pubblica. Il Tribunale del Riesame, infatti, ha accolto l'appello del pm Sara Arduini ripristinando il sequestro dell'orsetto lavatore disposto dal gip a fine ottobre, ma poi revocato, circa un mese dopo, dallo stesso giudice che aveva deciso di restituirlo alla padrona.


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Lucio, comunque, preso in carico dai carabinieri forestali di Milano, è rimasto per tutti questi mesi nel centro faunistico di Monte Adone (Bologna), anche perché nel frattempo è stato disposto anche un sequestro amministrativo, diverso da quello penale. E se l'animale, da quanto viene riferito, si è trovato molto bene nel centro di tutela, la sua ormai ex proprietaria, difesa dal legale Giorgia Leone, era riuscita, invece, a fine novembre ad ottenere il dissequestro del procione da parte del gip.

 

Giudice che, in sostanza, aveva valutato che l'animale, portato dall'Ucraina in Italia dalla donna, pur essendo inserito per legge tra le specie pericolose e invasive, in realtà non rappresentava un pericolo concreto, anche per la salute. Tenuto, quando stava in casa, in una gabbia con dentro delle copertine e pure un pupazzo, scriveva il gip, era di fatto in buone condizioni e socievole.


Ora, però, i giudici del Riesame (Tacconi-Cucciniello-Spagnuolo Vigorita) hanno accolto le tesi del ricorso del pm, spiegando che deve rimanere sotto sequestro penale, anche sulla base di giurisprudenza della Cassazione, perché non si può valutare, caso per caso, se un animale sia pericoloso o meno, se è incluso nell'elenco delle specie di cui è vietata la detenzione. Ripristinato, dunque, il sequestro preventivo di Lucio, ma in ipotesi la difesa potrebbe ricorrere anche in Cassazione.
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Il Messaggero