Oranghi, rischio estinzione in 10 anni: colpa della deforestazione

Gli oranghi sono in pericolo. Le loro foreste in fiamme. Bruciate per far posto a nuove piantagioni, stanno riducendo il loro habitat di giorno in giorno. Senza più una...

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Gli oranghi sono in pericolo. Le loro foreste in fiamme. Bruciate per far posto a nuove piantagioni, stanno riducendo il loro habitat di giorno in giorno. Senza più una casa, spesso rimasti sul campo, vittime degli enormi incendi innescati da coltivatori senza scrupoli, o tradotti in centri di recupero di fauna selvatica, degli oranghi in natura, sembra non esserci più traccia, o quasi.


Tanto che, in una dichiarazione rilasciata al The Indipendent, Alan Knight di International Animal Rescue, ha affermato che, "se non cambiano radicalmente le cose, entro 10 anni, gli oranghi in natura non esisteranno più".
La drammatica situazione che, da anni, insiste in Paesi come la Malesia e l'Indonesia, continua a preoccupare.
 
La scomparsa della vegetazione locale, delle leggendarie foreste narrate da Salgari, così come della fauna selvatica che, come gli oranghi, abita da sempre quelle aree, si fa sempre più drammatica. Basti pensare che, in soli 25 anni, quasi 350 mila chilometri quadrati di foresta sono andati in fumo per far posto a nuove piantagioni, come quelle legate alla produzione di olio di palma.

Trecentocinquantamila chilometri quadrati di foresta, pressochè l'area della Germania, di impenetrabile vegetazione e misteriosa bellezza, sostituita da filari di alberi trapiantati e così ben allineati da essere visibili anche dai satelliti. E poco importa se, quelle foreste ormai polverizzate, significavano la vita di una moltitudine di vita selvatica, le nuove piantagioni rendono molto di più.

Non deve essere stato tra le priorità neanche il fatto che, quelle foreste, rappresentavano un polmone importante per tutta l'area di quella porzione di pianeta. Per qualcuno, poi, quegli alberi che non ci sono più, erano semplicemente "casa".


Così, oggi, senza casa, nè cibo, i sopravvissuti tra gli oranghi ancora liberi, si aggirano tra quelle macerie cercando un nuovo giaciglio che troveranno chissà dove, chissà quando. Tra mille insidie, e  centinaia di ruspe, riusciranno a raggiungere quei pezzi di foresta ancora intatti che, per ora, il fuoco ha risparmiato.
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Il Messaggero