La lana di pecora sarda da scarto a isolante termoacustico

La lana di pecora sarda da scarto a isolante termoacustico
Una nuova vita per la lana di pecora sarda, che da "scarto" dell'allevamento diventa risorsa preziosa nell'isolamento termoacustico, in edilizia, per...

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Una nuova vita per la lana di pecora sarda, che da "scarto" dell'allevamento diventa risorsa preziosa nell'isolamento termoacustico, in edilizia, per l'abbigliamento e le bonifiche ambientali. E' l'idea della start up Brebey (in lingua sarda il termine "brebei" significa pecora), lanciata da Pierluigi Damiani, imprenditore sardo in Toscana nel campo dei pannelli di lana per la coibentazione, e che ora si appresta a un nuovo progetto in Sardegna, precisamente nell'area industriale di Ottana, ormai quasi tutta dismessa.


Per partire, però, ha bisogno di raccogliere 30mila euro che serviranno per le certificazioni europee: per questo ha lanciato un crowdfunding (raccolta di fondi) sulla piattaforma Eppela. 
«Il processo produttivo, che va dalla raccolta della lana fino prodotto finito, lo vorremmo realizzare interamente in Sardegna dove viene prodotta il 50% della lana di pecora della penisola, una quantità che si aggira tra le 4mila e le 5mila tonnellate - ha spiegato l'imprenditore - Quantitativi oggi in gran parte smaltiti in discarica o venduti all'estero a prezzi bassissimi, ma esistono percorsi sostenibili per recuperarla. La fibra naturale è molto richiesta e noi possiamo accontentare la domanda di in tutta la zona della Ue. Se il Crowdfunding darà il risultato sperato, dopo le certificazioni possiamo partire con la start up».

L'azienda infatti, oltre ad aver individuato il suo sito, ha già messo a punto l'iter per ottenere i fondi di investimento: circa 700mila euro che arriveranno dal bando per l'imprenditoria nell'area industriale di Ottana. «Vogliamo produrre al centro della Sardegna dove c'è la maggiore produzione di lana nell'isola - ha argomentato Damiani - Prima ancora contiamo di giungere alla firma di un accordo con gli allevatori sardi: possono scegliere di vendere a noi tutta la lana prodotta o di utilizzare i nostri macchinari per lavarla e spuntare prezzi più alti sul mercato. Questo progetto consente di fare rete e di creare lavoro in uno dei settori più importanti dell'economia sarda».


L'idea di impresa richiede tecnologie avanzate e Damiani collabora da tempo con il dipartimento di Architettura dell'Università di Cagliari:
«Puntiamo ad innovare per ottenere un ampliamento della gamma di prodotti destinati al settore dell'edilizia, per questo serve la formazione sia all'Università che sul campo. La Sardegna può diventare una eccellenza in questo settore», ha concluso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero