Gatti trovati morti a centinaia nel deserto di Abu Dhabi: «Qualcuno li ha presi e li ha trasportati lì»

La denuncia dell'Oipa: "Condannati ad una fine orribile e disumana"

Quando li hanno trovati avevano stentato a credere ai loro occhi. Sì perché, nonostante fossero già abituati ad intervenire nelle situazioni di degrado...

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Quando li hanno trovati avevano stentato a credere ai loro occhi. Sì perché, nonostante fossero già abituati ad intervenire nelle situazioni di degrado ed emergenza più disparate, uno spettacolo come quello non lo avevano mai visto. «I gatti, morti o in fin di vita, erano ovunque». A raccontare quella che gli stessi soccorritori hanno definito una tragedia devastante, è stato un portavoce di Oipa International, l'organizzazione animalista intervenuta pochi giorni fa in soccorso di un non ancora ben definito numero di gatti trovati abbandonati nel deserto di Abu Dhabi nella zona di Al Falah.

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La scoperta

«Una volta giunti sul posto - ha spiegato il team che si è occupato del caso - continuavamo a scoprire nuovi esemplari». I poveri gatti, quasi certamente non meno di 200, erano disseminati ovunque. Per moltissimi di loro, però, i soccorsi non riusciranno ad arrivare in tempo. «Una volta sul posto, abbiamo contato oltre sessanta esemplari già morti dopo una sofferenza indicibile che possiamo soltanto immaginare. Chissà quanti altri sono stati ricoperti dalla sabbia». Qualcuno ha avuto più fortuna. «Sì - ha sottolineato Oipa - oltre novanta gatti, seppur in condizioni tremende, erano ancora vivi». Da lì, la corsa verso alcune cliniche veterinarie dove i sopravvissuti sono stati immediatamente ricoverati.

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Quanti animali sono stati abbandonati in quel deserto e, soprattutto, perché? La questione è complessa e crudele al contempo. Per quanto incredibile possa sembrare, pare proprio che la tremenda pratica non sia una novità. «L'area dei macabri rinvenimenti, ha spiegato Oipa, non è distante dal famigerato Falcon Hospital». Il Falcon è una grande struttura veterinaria di Abu Dhabi molto nota a coloro che  posseggono animali ma, evidentemente, non solo a loro. «Il fatto che moltissimi dei gatti rinvenuti, la quasi totalità, fosse microchippata e sterilizzata, alcuni presentavano persino ferite e punti freschi, fa pensare». Di certo, tutti quei gatti, con loro rinvenuti anche un paio di cani, non dovevano aver deciso autonomamente di andare a morire nel deserto. «Probabilmente - ha concluso Oipa - qualcuno li ha presi e intenzionalmente trasportati sino a lì condannandoli a morte. Un metodo crudele e disumano, comunque sistematico, di controllo della popolazione animale, ancora in voga negli Emirati Arabi Uniti».

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Il Messaggero