Elefanti sempre più numerosi, il Botswana pensa di riaprire la caccia e di inscatolarne la carne

Elefanti africani (foto Remo Sabatini)
Tempi duri, quelli che si preannunciano all'orizzonte per gli elefanti del Botswana, stato fra il Sud Africa e la Namibia vasto una volta e mezzo l'Italia, ma con poco...

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Tempi duri, quelli che si preannunciano all'orizzonte per gli elefanti del Botswana, stato fra il Sud Africa e la Namibia vasto una volta e mezzo l'Italia, ma con poco più di due milioni di abitanti.


Il governo sta discutendo da mesi sulla eventualità di togliere il divieto di caccia ai pachidermi e la discussione, sembra ormai volgere al termine.

Secondo alcuni tra i componenti delle istituzioni locali, gli elefanti sarebbero diventati troppi, tanto da rappresentare una minaccia per quei territori occupati da villaggi e campi agricoli.

Sarebbero 130mila, gli esemplari presenti nel Paese. Un numero in forte aumento, viene sottolineato da chi è favorevole agli abbattimenti, come alcune popolazioni rurali, nonostante l'ultimo censimento della fauna selvatica del nord del Paese, indichi il loro numero stabile.

La notizia, di per sè già sorprendente, sta facendo discutere anche a livello internazionale.
Così come la proposta di inscatolare quella carne, frutto dell'abbattimento selettivo, da utilizzare come cibo per gli animali domestici.


Tra i fattori che hanno portato ad ipotizzare la riapertura della caccia al pachiderma, sospesa dal 2014, ci sarebbero i cambiamenti climatici che, come riportato anche da BBC News, avrebbero influito sulle rotte migratorie degli animali, la condivisione di molte aree ormai abitate dall'uomo e, soprattutto, il nuovo presidente del Paese africano, Mokgweetsi Masisi, che sin dal suo insediamento si era dichiarato favorevole a ridiscuetere il divieto di caccia.
Eppure, tra le ricchezze del Botswana, quella del turismo legato proprio ai safari fotografici, aveva significato molto anche per le casse di quello stato. Ammirazione e lustro, dopo la protezione di quegli animali così ricercati da turisti e appassionati.


La questione è sul tappeto e, al momento, nonostante le proteste degli ambientalisti, le possibiltà di salvare i pachidermi sembrano ridotte al lumicino.

Come le piogge che si fanno sempre più scarse e che costringono gli animali a percorrere distanze enormi per abbeverarsi.  Come tutto quello spazio immenso che ora, sembra non bastare più.
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Il Messaggero