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Mancano soltanto pochi giorni all'inizio della nuova stagione di caccia ai delfini nella ormai drammaticamente nota baia giapponese di Taiji. Una caccia che, dal primo di settembre fino a marzo, potrebbe significare la morte di centinaia di delfini e altri piccoli cetacei. Una pratica tradizionale che, nonostante le proteste internazionali di associazioni e ambientalisti, culminate con il film denuncia The Cove, prosegue come nulla fosse. Anzi, è notizia di queste ultime ore, dilaga. Quest'anno, infatti, la quota di cetacei autorizzata dalle autorità, è salita.
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Delfini, si apre la caccia e in Giappone è allarme
Dalle 1749 unità, si è passati a ben 1849. Così, mentre i pescatori festeggiano per i 100 esemplari cacciabili in più tra 9 specie diverse, gli addestratori di delfini Inviati da parchi marini e acquari vari, non sono da meno. Si perché se la carne di delfino ha prezzi super accessibili, un solo esemplare giovane e soprattutto vivo, può arrivare ad essere venduto anche per centinaia di migliaia di dollari. Cifre da capogiro che sembrano accontentare tutti: pescatori, addestratori e parchi marini. Già, tutti, tranne i delfini. Chi sopravviverà alla caccia e avrà la fortuna di essere scelto, finirà in una tinozza per il resto della sua vita a piroettare come un clown al tempo del popcorn. Ma questa, forse, è un'altra storia.
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