Cinghiali, intera famiglia massacrata e uccisa a Varese: la denuncia in un video

Cinghiali, intera famiglia massacrata e uccisa a Varese: la denuncia in un video
Una famiglia di cinghiali è stata massacrata giovedì nelle campagne di Cunardo, provincia di Varese. Se ne sono accorti alcuni abitanti del luogo, che hanno...

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Una famiglia di cinghiali è stata massacrata giovedì nelle campagne di Cunardo, provincia di Varese. Se ne sono accorti alcuni abitanti del luogo, che hanno documentato la strage, filmando le carcasse della scrofa e di tre dei cinque cinghialini che la seguivano, freddati su un campo a fieno, vicinissimi alla strada ciclabile. «L'orribile gesto» è oggetto di una lettera-esposto alla Procura di Varese, ai Carabinieri forestali, alla polizia provinciale e alla polizia comunale, firmata da Enpa, Gaia, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pronatura, Wwf Italia e dall'associazione Rifugio Miletta, che per prima ha diffuso il video.

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Nel testo si segnala alle Autorità la «palese violazione» della legge nazionale e di specifiche normative regionali. In particolare, afferma l'esposto, non sono state rispettate le distanze minime di sparo da abitazioni e strade, anche con riferimento al tipo di arma utilizzata, e la traiettoria degli spari era indubbiamente pericolosa. Ad aprire il fuoco con una carabina, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato un agente della polizia municipale su richiesta del conduttore del fondo, «per alcune grufolate di minima entità».

Dopo gli spari, alle proteste delle persone presenti, l'agente si sarebbe allontanato lasciando incustoditi i corpi degli animali. In quel momento è stato realizzato il video e sono stati chiamati Carabinieri e Sindaco del paese. Le carcasse sono state successivamente rimosse dal conduttore.

Le associazioni chiedono alle Autorità competenti «di disporre gli opportuni accertamenti in relazione ai fatti esposti, mediante sequestro delle carcasse degli animali, esame autoptico ed esame balistico ( se ancora possibili), valutando anche l'eventuale configurazione del delitto di uccisione di animale, ex art. 544 bis c.p. , avendo l'autore del fatto, con crudeltà e senza necessità, in violazione della normativa speciale sopra indicata, abbattuto cinghiali, in specie una madre e tre cuccioli che facilmente avrebbero potuto essere allontanati». Ricordano inoltre che regole precise, anche di natura igienica, disciplinano la destinazione delle carcasse ad uso alimentare o il loro smaltimento.

«Vergogna», afferma la presidente di Leidaa, Michela Vittoria Brambilla. «Di fronte a tanta gratuita crudeltà - spiega - c'è da restare attoniti. Ma non inerti. È inaccettabile che, in violazione delle leggi, si possano commettere atti così crudeli e ignobili nei confronti di poveri animali indifesi, una madre e tre cuccioli che avevano tutto il diritto di vivere la propria vita. È ora di finirla con la persecuzione dei cinghiali che, come tutte le altre creature del bosco, vedono ridotto il proprio habitat dalla presenza e dalle attività dell'uomo. Con gli animali selvatici dobbiamo imparare a convivere, basta con le sparatorie da Far West». Il filmato sta facendo il giro dei social, «suscitando orrore in tutte le persone sensibili». «Amici e colleghi tutti, politici ed animalisti - commenta l'on. Brambilla sulla sue pagine Fb e Instagram- non si può parlare solo di cani e gatti abbandonati! E fare finta di non vedere tutte le crudeltà che l'uomo compie sugli altri animali…». 

 

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Il Messaggero