Coronavirus, ecco i cani che non sopportano la quarantena

Coronavirus, ecco i cani che non sopportano la quarantena
Cani e gatti adorano che i loro padroni stiano in casa per la quarantena. Il problema scoppia quando, però, il cane scalpita e vuole uscire a correre al parco. Quindi, come...

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Cani e gatti adorano che i loro padroni stiano in casa per la quarantena. Il problema scoppia quando, però, il cane scalpita e vuole uscire a correre al parco. Quindi, come fare? Come fare a sopportarlo in appartamento? A rispondere è Daniele Merlano, veterinario a Roma ed esperto di comportamento animale. 


Dottor Merlano, cani e gatti sono felici ad avere i padroni sempre in casa?

“La presenza del proprietario in casa può portare loro solo giovamento. Il cane è un animale da branco, quindi vuol stare più a lungo possibile con il proprietario. Il problema è che è difficile rispondere alle esigenze di gioco che alcune razze hanno. I gatti, invece, non hanno grosse difficoltà da questa quarantena. Chi di loro può uscire può continuare a farlo, con il vantaggio di avere meno macchine per strada e meno pericoli. I gatti che vivono in casa, invece, hanno il proprietario tutto il giorno: per loro è una risorsa nel gioco e nell’interazione che può solo che giovare. A parte il cane, che va in grossa dificoltà perché non può scorrazzare, per gli altri non è un grande problema”.

Ci sono cani che soffrono di più la quarantena?

“Sì, ci sono razze che fanno più fatica di altre a stare in casa. Sono le razze ‘da lavoro’ o più reattive. Per esempio, il border collie, il pastore belga e alcune linee di pastore tedesco, il Jack Russell, i boxer, i Dobermann, e i cani che amano correre. Fanno fatica se costretti in 4 mura domestiche”.

Il cane scalpita perché vuole uscire, come si può fare a spiegare che non è il momento delle lunghe corse al parco?

"Ovviamente non gli si può dire semplicemente di ‘no’, ma è come un bambino, per cui, cosa comunque non facile, bisogna cercare di coinvolgerlo facendo giochi di esplorazione olfattiva, di attivazione mentale, facendogli risolvere piccoli problemi per raggiungere un po’ di cibo, per esempio con un bicchiere rigirato o con scatole apribili facilmente".

E i gatti, invece?

“Il fatto che il gatto ami di più la casa non ha nessun fondamento. Sicuramente i gatti tendono ad essere indipendenti. La sua attività collaborativa non è molto accentuata, è ridotta al minimo. Ciò non significa che non siano animali sociali, che stringano rapporti affettivi profondi: ci sono gatti che smettono di mangiare all’assenza del proprietario”.

Gli animali percepiscono la quarantena?


"Di sicuro percepiscono un cambio delle abitudini, ma sono molto bravi a cogliere le comunicazioni non verbali, anche le più involontarie, da parte nostra. Se c’è una situazione di difficoltà, di stress da parte dei proprietari ovviamente sì, la percepiscono". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero