Anche le mucche hanno la loro Miss. In Val di Pejo un concorso di bellezza per le "reginette" a 4 zampe

Un vero e proprio concorso fra reginette che ha radici antiche. A sfilare sono le mucche più belle. Succede nella Val di Pejo (Trento), dove si contano 180 iscritte, 152...

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Un vero e proprio concorso fra reginette che ha radici antiche. A sfilare sono le mucche più belle. Succede nella Val di Pejo (Trento), dove si contano 180 iscritte, 152 «miss» in gara e 19 aziende rappresentate. La “passerella” è allestita a Cogolo di Peio dove, durante la Settimana dell’Agricoltura, sfilano vitelle, manzette e giovenche di razza Bruna tra i 10 e i 36 mesi divise in categorie e per età. Meticolosa è la preparazione, come in ogni concorso di bellezza: pulizia del manto dopo i mesi all’aperto, tosatura, pettinatura, acconciatura con lacca e brillantini. 


Le candidate vengono fatte girare in un ring e, alla fine della gara, il giudice inviato dalla Associazione Nazionale di razza proclama la vincitrice. Sul podio «Miss Val di Pejo», la sua «riserva» e una terza assoluta cui viene conferito il titolo di menzione d’onore della rassegna. L’elezione della «Miss a 4 zampe», qui, non è una novità: le fiere del bestiame sono una tradizione antica, un’occasione per festeggiare gli animali che scendono a valle dai pascoli estivi in alta quota.

«Appuntamenti come questo - spiega Massimo Gentili, direttore della federazione Allevatori di Trento - possono sembrare eventi di puro folclore, ma in realtà sono momenti essenziali di confronto per valutare le caratteristiche delle specie bovine. Scegliendo gli animali migliori si assicura che i discendenti saranno più forti, più adatti all’ambiente nel quale dovranno vivere, più resistenti alle patologie. Una cosa che gli allevatori sanno da secoli e oggi, nonostante i grandi progressi scientifici, la situazione non è poi cambiata molto. Le nostre fiere però sono diventate delle ottime occasioni, anche per turisti e amanti della montagna, per scoprire i segreti della vita montana e per comprendere l’importanza delle attività agricole per garantire un futuro sostenibile a queste valli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero