Balene spiaggiate in Tasmania, impossibile salvarle: saranno abbattute.

E' una corsa contro il tempo che, però e stavolta, non vedrà vinti nè vincitori. Sì perchè lo spiaggiamento epocale registrato nei giorni...

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E' una corsa contro il tempo che, però e stavolta, non vedrà vinti nè vincitori. Sì perchè lo spiaggiamento epocale registrato nei giorni scorsi lungo le coste della Tasmania, in Australia, si sta trasformando in una drammatica e inevitabile carneficina. Per le centinaia di balene pilota finite in acque basse, infatti, sembra che non ci sia più nulla da fare se non porre fine alla loro sofferenza ricorrendo all'eutanasia. Tutto, nonostante gli sforzi di decine e decine di volontari e di personale specializzato che, da giorni, prosegue senza sosta nelle operazioni di soccorso . Degli oltre 450 esemplari finiti in acque basse, soltanto una novantina di esemplari sarebbero riusciti a riprendere il mare. Per gli altri, come già palesato dalle fonti ufficiali del Governo della Tasmania e da Centri di Ricerca come l'Australian Marine Mammal Center, ormai non vi sarebbe più nulla da fare se non terminare un'agonia che potrebbe prolungarsi per giorni se non settimane.

 


La tragedia, era iniziata quando, pochi giorni fa, due o più pod di balene pilota erano rimaste all'asciutto lungo la costa dell'Australia Meridionale di Macquaire Harbour. Da quel primo allarme ne sarebbero seguiti immediatamente altri, tanto che, ad un certo momento, non si era nemmeno in grado di quantificare il numero degli esemplari spiaggiati. Così, in un batter d'occhio, quelle decine sarebbero divenute centinaia fino ad arrivare all'incredibile numero di oltre 470 balene coinvolte. Un numero drammatico e assolutamente epocale che ha scalzato dal triste primato il record nazionale del lontano 1996 che aveva visto ben 320 balene arenarsi in Australia occidentale. Come saranno uccise le balene? Per gli esemplari più grandi si renderà necessario l'utilizzo di una dose letale di cloruro di potassio che verrà iniettata al cuore. Le più piccole, come prassi vuole, saranno invece colpite da armi da fuoco. Così, mentre il tragico destino sta per compiersi e non si trova spiegazione allo spiaggiamento di massa, ecco il nuovo dilemma che saranno costretti ad affrontare gli scienziati. Dove mettere tutte quelle carcasse, infatti, non è un problema da poco e al di là di tutto, potrebbe rivelarsi di non facile soluzione. Buttarle in mare, infatti, potrebbe significare l'arrivo degli squali così come un pericolo per la navigazione e sanitario. E allora? Mentre si dibatte sul macabro tema, i primi quattro esemplari sono stati uccisi. Ormai allo stremo, hanno trovato finalmente la pace.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero