Spagna, approvata nuova legge sul benessere degli animali: ma i cani da caccia sono esclusi. Proteste delle associazioni

Attivisti sul piede di guerra: "Ha vinto la lobby dei cacciatori"

Il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato un nuova legge. Dedicata al benessere animale e contro il tragico fenomeno dell'abbandono, ha però lasciato l'amaro...

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Il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato un nuova legge. Dedicata al benessere animale e contro il tragico fenomeno dell'abbandono, ha però lasciato l'amaro in bocca ai più. Sì perché, come confermato dal testo, contestato da animalisti e associazioni, le nuove norme hanno escluso i cani da caccia. Tema, quest'ultimo, assai sentito in quel Paese noto per il gran numero di maltrattamenti, abbandoni e uccisioni dei cani ritenuti non più adeguati dagli appassionati della doppietta. «Ha vinto la lobby dei cacciatori», hanno urlato nelle piazze associazioni animaliste come Animal Rescue Espana che, nei giorni scorsi, come documentato dalle drammatiche immagini che proponiamo, ha deciso di protestare portando un levriero morto proprio di fronte al Congresso. «Simboleggia le migliaia di cani da caccia umiliati, maltrattati, abbandonati e uccisi dai cacciatori», avevano urlato in quella occasione.

D'altro canto, prima della definitiva approvazione della norma, si erano fatti sentire anche i cacciatori. Scesi in piazza in diverse località, avevano voluto dire la loro chiedendo appunto l'esclusione dalla nuova legge dei loro amati quattro zampe. «La Real Federacion Espanola de Caza, avevano temuto sin da subito le  associazioni, conta qualcosa come 337mila iscritti. Numeri che, alla fine, come evidenziato dalla nuova legge, devono aver avuto il loro peso».

 

Cosa prevede la nuova legge sul benessere animale in Spagna

Già, ma cosa è indicato nel testo della norma? Al di là della esclusione di cani da caccia, di quelli addetti al bestiame, dei cani da soccorso o di quelli in uso nelle forze armate, per gli altri animali contemplati, qualche cambiamento è stato fatto. Perlopiù si tratta di sanzioni economiche che, rispetto alle precedenti ben più blande, risultano più che quintuplicate. Come nel caso del reato di abbandono che passa dai vecchi 10mila a 50mila euro, l'istituzione di una vera e propria anagrafe degli animali domestici, il microchip obbligatorio anche per il gattino di casa, così  come l'assicurazione e un corso (gratuito) per il proprietario degli animali.

Ma non finisce qui. Per incentivare le adozioni che potranno essere operate soltanto da strutture autorizzate e iscritte ad un albo dedicato, è stata vietata la vendita di cani e gatti e furetti nei negozi e in altri luoghi quali, ad esempio le fiere. Indicato poi, il tempo massimo consentito nel quale un animale può rimanere incustodito. Non più di ventiquattr'ore per i cani e al massimo tre giorni per i gatti. Inoltre  niente più terrazzi o balconi, scantinati, soffitte o ripostiglio vari né auto se non per un tempo limitatissimo. Contro il dilagare del randagismo felino poi, sono state inoltre previste ulteriori sterilizzazioni.

E gli spettacoli? A partire da quello circense che non potrà prevedere animali selvatici, la legge vieta l'utilizzo di animali nelle pubblicità o comunque spettacoli vari che possano arrecare danni, fisici o psicologici. Da qui la fine dei tremendi  combattimenti tra galli, crudele attività ancora in uso in talune amene località. Becera tradizione responsabile del proliferare di scommesse clandestine che, da oggi, potrà essere finalmente perseguita e punita con ammende che potranno toccare i 200mila euro. Vietati anche il bue e l'asinello. La legge sembra non aver risparmiato neppure gli animali presenti nei presepi. Così come il divieto di detenzione di specie protette e/o invasive. E la corrida? Come accaduto ai cani da caccia, di quest'ultimo tema non v'è traccia.

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Il Messaggero