La vita si sà, è fatta di continue sliding doors e mondi possibili. Lo sa bene Umberto Frontoni, 41 anni, pizzaiolo di professione, che questa stagione estiva la...
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Eppure, poco più di dieci anni fa, Umberto le pizze pensava a mangiarle, o al massimo a farcirle con le sue verdure di campo, coltivate nella piccola azienda agricola che aveva aperto con i soldi dei tanti sponsor che per anni lo avevano seguito. Il motivo? Umberto aveva solo quindici anni quando a Barcellona, nel 1993, salì sul tetto del mondo aggiudicandosi il titolo di campione per la sezione juniores, nella disciplina di Tiro al Volo specialità Skeet. Un titolo corredato da un record mondiale di 123 centri su 125, un numero che per anni lo ha mantenuto in vetta alle classifiche della specialità, consolidando quello che per molto tempo rimarrà il campione più giovane della storia. Umberto è forte, lo dicono i numeri, ma nonostante la gloriosa e prodigiosa carriera, a 27 anni decide di dedicarsi all'azienda di famiglia, una famiglia che da anni a Roma, produce pane e pizza nei pressi di Ponte Lanciani. Così, con i soldi degli sponsor che per molto tempo lo hanno sostenuto grazie al suo talento sportivo, apre la sua azienda agricola a gestione familiare, rifornendo i suoi forni delle verdure più prelibate, che ancora oggi farciscono con vegetali a km zero, le centinaia di pizze che i suoi parenti realizzano sempre rispettando la tradizione.
Pizza sottile e leggera, stesa a mano con il mattarello, come vuole la tradizione. Farine di ultima generazione ed una lievitazione di almeno 24h. Una pizza in pieno stile Frontoni, come da sempre la sua famiglia gli ha insegnato, con materie prime d'eccezione e verdure di stagione la cui coltivazione rispetta le biodiversità del territorio. Umberto sogna, tra una pizza e l'altra, dopo esser stato il campione del mondo più giovane nella sua disciplina, di tornare al tiro al volo per diventare il campione più anziano della storia. Nel frattempo sul lungotevere è possibile assaggiare la sua pizza, rigorosamente al piattello. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero