Torino, con Marco Sacco alla guida della cucina riapre Piano35

Torino, con Marco Sacco alla guida della cucina riapre Piano35
Ancora qualche piccolo aggiustamento dell’ultimo minuto e poi tutto sarà pronto per il primo servizio di stasera a Piano35, il ristorante torinese più alto...

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Ancora qualche piccolo aggiustamento dell’ultimo minuto e poi tutto sarà pronto per il primo servizio di stasera a Piano35, il ristorante torinese più alto d’Italia. Riaperto dopo un periodo di inattività, Piano35 è collocato a 150 metri d’altezza, in cima al grattacielo Intesa Sanpaolo disegnato da Renzo Piano all’interno di una serra bioclimatica, e sarà operativo a pranzo e a cena, dal lunedì al sabato, con la possibilità di fruire anche solo dello spazio del lounge bar, per un aperitivo con vista sulle Alpi e sulle luci di Torino.


Alla guida della cucina Marco Sacco, chef due stelle Michelin del Piccolo Lago di Verbania. «La prima volta che sono salito quassù - ricorda Marco Sacco - istintivamente ho guardato il panorama e ho cercato le montagne che vedo ogni giorno dal mio lago, i miei punti di riferimento. Poi mi sono accorto di essere in un giardino e ho capito che c’è un filo invisibile che lega questo luogo a quello dove vivo, una specie di radice che si espande nel sottosuolo e che arriva fino a qui, a 150 metri d’altezza sulla città».
 

Aperto da mezzogiorno Piano35 seguirà le diverse fasi della giornata con altrettante proposte. Per il pranzo, si può scegliere fra cinque box (quattro salate e una dolce con portate da 6 a 26 euro) per comporre il proprio menù. Nell’area lounge bar (aperta dalle 18 all’1) ci sono proposte più veloci, ribattezzate dallo chef “Streetfood sopra Torino” con micropiatti (7 euro) che vanno dalla “Passata di ceci, pane croccante al rosmarino e tartare di gambero”, all’“L’uovo barzotto, patata e tartufo”, alla “Polenta e baccalà mantecato” fino alla “Passata di lenticchie pane croccante al curry e cicoria ripassata”. In abbinamento i cocktail della barlady Cinzia Ferro, che sarà affiancata da Simone Sacco, figlio dello chef.

L’offerta del ristorante, che manterrà i 60 coperti, si baserà a cena su tre differenti proposte di menu, ognuna di quattro (90 euro) o di sette portate (120 euro). Il percorso “In Piemonte” è un omaggio dello chef alla tradizione culinaria sabauda e comprende i classici quali il “Vitello tonnato”, il “Raviolo Torino” o il “Filetto di sanato all’albese”. Il percorso “Giro d’Italia” valorizza le materie prime nostrane come nella “Zuppa di pomodoro, alici, burrata” o nelle “Tagliatelle ai ricci di mare” o ancora nel “Calamaro e patate”.


Non poteva mancare il “Piccolo Lago a Torino” con i classici stellati del ristorante di Verbania, dal “Lingotto del Mergozzo al Flan di Bettelmatt” alla “Carbonara au Koque” al “Coregone”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero